MiCARIBE / 24 gennaio 2016
Un bellissimo disco di jazz con tre standard svolti strepitosamente
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AVVENIRE – di ANDREA PEDRINELLI / 29 gennaio 2016
Una ‘comunione di anime’ che evolve davvero, ma è in grado di arrivare a tutti. Un percorso molto coeso di esplorazione condivisa, in musica, dell’animo umano.
Verrà edito venerdì 5 febbraio, con presentazione live il 25 al Blue Note di Milano prima di un lungo tour, Evolución, terzo episodio in dieci anni della collaborazione fra il chitarrista classico argentino Javier Pérez Forte e il nostro sassofonista jazz – nonché clarinettista di formazione anche classica Felice Clemente, incluso negli States tra i giovani «destinati a fare la storia del jazz».
E a distanza di tredici anni dal debutto di Way Out Sud, a soli dodici mesi dal precedente 6:35 AM, un Clemente giunto ormai in doppia cifra nella discografia, conferma sempre più quanto citato sopra: e non è estranea alla sua crescita, anzi, la comunione di anime, prima ancora che di ricerca musicale, con cui egli e Pérez Forte ‘ibridano’ più stili, evitano ogni classificazione, mescolano Italia e Argentina, tango jazz, temi cantabili e suggestioni colte, soprattutto musica e appunto anima.
Sino a dar vita a un terzo episodio in duo che sublima i precedenti, Escaleras e Aire Libre, per consapevolezza e naturalezza di un’ormai compiuta fusione tra gli strumenti e per matura profondità dei rimandi interni alle intuizioni compositive, dentro un quadro artistico che pur se composito (in scaletta ci sono tre inediti a testa e 3 standard) e apparentemente dominato dalla presenza scenica del sax, si segnala come percorso molto coeso di esplorazione condivisa, in musica, dell’animo umano.
Di primo acchito la qualità e l’originalità del cd sono ben rappresentati dagli standard: Oblivión di Piazzolla, che a tratti commuove dalla capacità di riscrivere, con poesia, materiale per molti versi risaputo; Besame Mucho in cui il tema entro dopo cinque minuti di coraggiosa destrutturazione dello spartito, tra il jazz dei fiati e la musica colta di una chitarra agita sui bassi; e quella Summertime che Pérez Forte colora di puntinismo, mentre Clemente ne espone l’inconfondibile voce, con il risultato di regalare a Gershwin una poco usuale e sospesa drammaticità, più avanti nella rilettura pure esasperata ritmicamente.
Ma non vanno sottovalutati i brani originali, di questo duo che in Evolución evolve davvero e ben oltre i paletti soliti al jazz nostrano. Ay Santiago attinge ad hard bop e Satie; Mi nena è viaggio emotivo chiaro e scuro al contempo; Octubre del ‘96 e Ángeles de la guarda volano alto per partitura e tocco, evocando spiragli spirituali profondi. Poi la finale Para Siempre, come già in parte accade in Ba’-Ba’, osa ricerca quasi pura, per nulla facile eppure senz’altro in grado di arrivare a tutti: perché Clemente e Pérez Forte, il primo confermandosi talento assoluto del jazz non solo tricolore, non usano le note in senso virtuosistico, ma tramite la loro ricerca in esse, scavano nell’intimo di sé e dell’ascoltatore, riuscendo a dare profondità spesso inaudite all’impatto sonoro – di suo essenziale (per quanto non certo ricorrente nella storia del jazz) – che sorge dall’interagire del sax o del clarinetto, con la chitarra acustica.
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ARTNOISE a cura di Niccolò Lucarelli – Musica, Sorsi di Jazz / 6 febbraio 2016
Evolución – Chitarra e fiati si amalgamano con naturalezza quasi atavica, fra poesia e innovazione. Un dialogo intenso e delicato.
Evoluzione. In quest’aggettivo la chiave di volta dell’album che vede il sassofonista milanese e il cosmopolita chitarrista argentino incontrarsi in terra latinoamericana, e raccontare, attraverso nove brani, un continente còlto e popolare insieme, solare e crepuscolare, fatalista e ribelle, affascinante nelle sue contraddizioni così come nella ricchezza di suoni e linguaggi che lo caratterizza. Una ricchezza ripercorsa attraverso un repertorio di composizioni originali e standard della tradizione, strizzando l’occhio alla Broadway di Gershwin e all’Europa di Piazzolla. Incursioni jazzistiche che ampliano lo spettro dell’indagine di Forte e Clemente, la cui evoluzione ha un duplice aspetto: nell’approccio alla musica latinoamericana (dopo le prove di Escaleras e Aire Libre), e nel loro stile jazzistico, che nel tempo ha acquisito un timbro.
Un universo complesso, quella della musica latinoamericana, alla quale si possono attribuire tre anime: quella bianca (europea, soprattutto portoghese), quella africana, e quella indigena. Dalla tradizione musicale europea (barocca, rinascimentale, ma anche popolare), la musica latinoamericana ha ottenuto la melodia e la ricchezza armonica; dalla tradizione degli schiavi neri ha attinto il ritmo e gli strumenti, e dalla cultura degli Indios il temperamento e il carattere. Clemente e Forte si muovono con disinvoltura in mezzo a questo caleidoscopio di brani romantici e a tratti malinconici che si alternano ad altri più allegri, ma comunque lontani dallo stereotipo samba/bossa nova.
Apre l’album Mi nena, una briosa, calda, passionale ballatasu un amore intenso, intrisa di quella solarità che il clarinetto interpreta spargendo note come fossero una carezza sull’oceano. L’assenza di un testo non pregiudica l’atmosfera e la verità del brano, che la delicatezza degli strumenti sembra anzi accentuare. La chitarra classica è infatti pizzicata con sensualità. Ay Santiago è una struggente ballata intrisa di saudade, suggerita da una chitarra crepuscolare, suonata come fosse un’arpa, e sulla quale s’innesta un delicato sax tenore, che costruisce una melodia lunare e introspettiva.
Briosa la parte centrale, con una ronzante chitarra che suggerisce il timbro cromatico di Salvador Dalì, con i suoi “voli d’ape”. Sulle stesse tonalità, Ángeles de la Guarda – intenso dialogo fra chitarra e sax soprano, con quest’ultimo impegnato in coinvolgenti scale timbriche dai toni appena nostalgici –, e Bésame Mucho, introdotta da un insistito a solo di sax soprano, cui segue una meditativa chitarra classica, che a tratti tocca le corde del blues di Robert Johnson. Accattivante la rilettura di Summertime, caratterizzata da un sax soprano di gusto newyorkese, ma mai sopra le righe, cui fa da spalla una chitarra “ibrida”, in equilibrio fra classicismo e virtuosismo.
In chiusura, Para Siempre lascia all’ascoltatore la sensazione di una terra complessa, raccontata con uno stile jazzistico dall’approccio intellettuale e istintivo insieme, che affronta la tradizione sudamericana affiancandovi atmosfere preraffaellite, che ricordano i tramonti e gli acquitrini scozzesi, fondendo idealmente due scuole di pensiero romantico. Chitarra e fiati si amalgamano con una naturalezza quasi atavica, fra poesia e innovazione. Un jazz atipico, dai connotati latinoamericani meno “colorati” di quanto ci si possa attendere, per intenditori e amanti del genere.
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STRUMENTI MUSICALI – INTERVISTA /14 febbraio 2016
Un’emozione senza etichette e un disco “convinto”
Felice Clemente – tra i più noti sassofonisti e clarinettisti del panorama jazzistico italiano ed internazionale – e Javier Pérez Forte – chitarrista argentino conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo – presenteranno il loro nuovo album Evolución al Blue Note di Milano il 25 febbraio. In precedenza: Escaleras (2008) e Aire Libre (2012), entrambi editi da Crocevia di Suoni Records. La coppia vanta un’intesa personale e musicale lunga dieci anni, frutto di una concezione aperta e libera della musica, che supera ogni definizione stereotipata, come traspare dal loro album e dalle loro parole.
Parliamo del vostro nuovo disco Evolución: qual è il filo conduttore di questo lavoro?
FC: Senza dubbio l’emozione senza etichette. Chi ascolta il nostro CD, dall’inizio alla fine non deve porsi la domanda (o il “problema” per alcuni) di che genere di musica sia o in che “casella” collocarlo. Crediamo che sia quasi un male dei nostri tempi quello di voler inquadrare ogni cosa e darle un nome. Le nove tracce di Evolución sono molto diverse tra di loro. Ognuna è un paesaggio molto diverso dall’altro, eppure, l’emozione, attraverso l’intensità dei diversi momenti, è quella che funge da compagna di viaggio durante i 55 minuti di musica. Il titolo del disco evidenzia l’evoluzione del nostro linguaggio in duo che abbiamo intrapreso dieci anni fa e che è basato sull’equilibrio tra i sax e la chitarra, cercando la sinergia totale.
Evolución è il terzo album che realizzate assieme. Come nasce questo dialogo tra sassofono e chitarra?
JPF: Nasce, come di solito succede nelle amicizie più salde, per puro caso. Avevo avuto la richiesta di fare un concerto nel giro di tre giorni. Ho pensato che in un tempo così ristretto soltanto con un bravo jazzista si poteva montare un repertorio in pochi giorni e una prova. Conoscevo già Felice e ho chiamato lui. Ci siamo talmente divertiti (e anche il pubblico) durante quel concerto, che abbiamo deciso di non abbandonare quel “sound” come un episodio effimero. A questo progetto di base si sono aggiunti i nostri percorsi simili e cioè: entrambi di formazione classica ma con una passione aggiunta per il jazz, uno, e per il tango argentino l’altro. Non abbiamo fatto nessuna fatica a fondere questi strumenti come la possibilità più normale e naturale.
Quale aggettivo usereste per definire il vostro nuovo album?
FC “Convinto”: Perché? Per il semplice motivo che niente di quello che viene proposto nel nostro nuovo album è il risultato di speculazioni estetiche o di strategie di mercato. Ogni nota che suoniamo è stata prodotta dalla nostra convinzione espressiva, intellettuale ed emotiva.
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JAZZ CONVENTION a cura di Flavio Caprera / 14 febbraio 2016
Un’immediatezza comunicativa, una creatività istintiva prima che culturale, nei brani originali.
Alta scuola interpretativa negli standard, resi con originale brillantezza.
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SOUND CONTEST. MUSICA E ALTRI LINGUAGGI a cura di Stefano Dentice / 15 febbraio 2016
“Due anime nobili dalle quali sgorgano una vibrante mediterraneità e un’ardente comunicatività che creano una fatata simbiosi alchemica.”
” “Evolución” rappresenta una sorta di viaggio immaginifico, durante il quale i decibel emozionali rimangono costantemente alti.“
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MILANO PLATINUM a cura di Paola Parri / 17 febbraio 2016
Questa registrazione è un intreccio di suoni, ritmi e colori derivanti dall’incontro di culture geograficamente distanti, quelle degli artisti e dei paesi che con la loro musica hanno attraversato.
In viaggio tra Europa, Africa e regioni latinoamericane, le composizioni di “Evolución” assorbono e reinventano i codici linguistici delle rispettive tradizioni, in un connubio da cui originano atmosfere dai colori intensi sempre diverse. Gioiosa passionalità e struggente malinconia, introspezione notturna e solare espansione, entusiastico sguardo sulle infinite sfaccettature dell’animo umano e sulla sua camaleontica capacità di vestire abiti diversi e andare sempre un po’ oltre il conosciuto.
Non sarebbe corretto cercare un’etichetta per questa musica che abbraccia con calore sincero l’universale linguaggio del mondo, creando una grammatica nuova in cui il segno è metamorfosi finalizzata all’adesione del contenuto. La poetica del duo abbatte i confini e cerca una commistione proficua nella creazione artistica, un’estetica dell’ascolto il cui orecchio è posato sull’infinita bellezza del mondo di cui assorbe gli innumerevoli suoni.
Denso di felici sorprese, “Evolución” si ascolta con piacere. Più di una volta.
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SUONO / 16 febbraio 2016
Evolución – uno straordinario e avvincente respiro di vite, in equilibrio tra ciò che è stato e l’inaspettato abbraccio della scoperta. Un fascino e una gioia difficili da descrivere.
Camminare in versi. Testimoniare un legame di amicizia fraterna attraverso le coloriture musicali di due ricchezze artistiche e strumentali, porta con sé un fascino e una gioia difficili da descrivere.
Dieci anni di intese, di fusioni sonore, di poesia d’anima e di melodie femminee. Il chitarrista Javier Pérez Forte e il sassofonista / clarinettista Felice Clemente hanno voluto celebrare questo tempo assieme con Evolución, la loro terza uscita discografica edita dalla etichetta Crocevia di Suoni Records. Un disco che racconta ciò che li ha avvicinati e come durante il loro percorso di suoni siano riusciti a identificare e prendersi cura di uno spazio di musica dove stili e linguaggi cercano di abbellirsi vicendevolmente, dove la scoperta di nuove possibilità creative rende il loro camminamento in versi piacevole e duraturo. Intensità e dialogo emozionale fanno sì che l’ascolto delle nove tracce sia uno straordinario e avvincente respiro di vite in equilibrio tra ciò che è stato e l’inaspettato abbraccio della scoperta.
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L’UNITÀ – a cura di Paolo Odello / 22 febbraio 2016
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LA REPUBBLICA a cura di Luigi Bolognini / 25 febbraio 2016
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ALIAS / 27 febbraio 2016
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BLOW UP Magazine / Febbraio 2016
I sassofoni e il clarinetto di Clemente hanno stretto un patto ormai decennale con la chitarra classica di Pérez Forte e la felice simbiosi si manifesta con evidenza anche al terzo disco. In particolare le sonorità di Clemente risultano robuste e creative, e questo ci fa dire che tre standard abusati (Oblivión, Besame Mucho, Summertime) sono troppi e che non sarebbe male, al prossimo turno, lanciarsi a rotta di collo e senza paura giù da qualche discesa strapiombante.
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SUONO / Febbraio 2016
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ROCKERILLA a cura di Enrico Ramunni / Marzo 2016
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MUSICA JAZZ / Marzo 2016
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SETTE / 1 Aprile 2016
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PREALPINA a cura di Luca Testoni | 3 Aprile 2016
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LA GAZZETTA DI PARMA / 5 Aprile 2016
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LA PROVINCIA PAVESE / 10 Aprile 2016
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JAZZIT / Maggio-Giugno 2016
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L’ISOLA DELLA MUSICA ITALIANA – a cura di ALBERTO BAZZURRO
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ALIAS / 2 Luglio 2016