AVVENIRE / 17.03.2020
Review of the album “SOLO” by Massimo Iondini
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MUSICULTURA ON LINE / 18.03.2020
CD presentation by Vincenzo Pasquali
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Una registrazione dal vivo in una chiesa di Montecalvo Versiggia (PV) realizzata solamente con i propri strumenti: sax tenore e soprano + clarinetto. Questa è la base del nuovo, ECCEZIONALE, lavoro di Felice Clemente. Un lavoro dall’alto livello qualitativo sia in termini di esecuzione che di registrazione. Ascoltato in anteprima, ringraziamo ed auguriamo a Felice Clemente l’apprezzamento da parte di un ampia platea di pubblico. Clemente ritiene questo lavoro molto importante per la sua vita lavorativa e personale. I temi sono 13 di cui 3 composti dallo stesso Clemente.
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MUSICZOOM / 22.03.2020
Review of the album “SOLO” by Vittorio Lo Conte
Il sassofonista, tenore e soprano, Felice Clemente, ma su Song for Clarinet anche al clarinetto, ha registrato questa bella incisione in completa solitudine presso la Chiesa di Montecalvo Versiggia in provincia di Pavia utilizzando gli echi delle volte. Ne risulta un suono molto suggestivo che fa risaltare in modo speciale il programma di brani, piuttosto eterogeneo, scelto dal sassofonista. Sono brani che gli stanno a cuore, e lo si sente subito, dall’iniziale Harlem Nocturne di Charlie Haden, a Bach, la Sarabande from Cello’s Suite N.5, passando per il blues del collega Branford Marsalis Blues for One e le composizioni di Fabio Nuzzolesi. Non manca un successo internazionale come la bella melodia di Nuovo Cinema Paradiso di Ennio Morricone. Grazie alla perfetta interazione con l’acustica e gli echi dell’edificio ne spunta un disco compatto, in cui la personalità del sassofonista riesce ad amalgare le diverse fonti che fanno da veicolo per le sue improvvisazioni. È un disco che può sembrare complesso ed invece affascina per la bellezza del suono e la stringente forza degli assoli. È tutto perfetto e non si rimpiange per niente la mancanza di accompagnatori. Da solo, il nostro sassofonista ci racconta storie logiche e dalla perfetta architettura, come quella della Chiesa in cui si trova a suonare.
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IL GIORNALE / 30.03.2020
Review of the album “SOLO” and interview by Luca Pavanel
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REVIEW by Nobuya SUGAWA (Top player of classical saxophone)
須川 展也 サクソフォニストによる講評
たった一本の楽器から、
嘆きや喜びまで、人間の心を語りかけてくれる
とても神秘的な演奏です。
豊潤で時折オリエンタル風情まで表現するテナーサクソーフォン、哀愁があり、古代の楽器をも彷彿させるソプラノサクソーフォン、交互に配置された選曲に、サクソフォーンの無限の可能性を感じさせていると…
クラリネットも暖かい優しい音で夢心地になります。
クレメンテさんは、
人間を語ってくれます!
Si sprigiona da un unico strumento un suono misterioso
che narra al cuore note di umano sentire, afflizione e gioia.
Il sassofono tenore dischiude scenari suggestivi nella loro rigogliosa pienezza, accarezzati a sprazzi da un tocco orientale.
Il sassofono soprano evoca il sapore di strumenti antichi
con la sua nostalgica mestizia…
nel loro alternarsi percepisci suggestioni musicali che si intrecciano
in infinite possibilità…
e allora ti avvolge il clarinetto che con caldo suono ti conduce in sogno.
Clemente così ci narra l’umano sentire!
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ALIAS from IL MANIFESTO / 19.04.2020
Review of the album “SOLO” by Guido Festinese
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LEGGO MAGAZINE / 21.04.2020
Review of the album “SOLO” by Rita Vecchio
Felice Clemente esce con il suo nuovo disco, Solo. Il sassofonista milanese che spazia nel suo repetrorio da Hagen, Marsalis, Godard, a Morricone, Nuzzolese, Di Gregorio, Forte e Bach, polistrumentista – clarinettista, compositore, direttore, band-leader – e docente di musica, amato dalla critica e che ha portato la sua musica in giro per l’Italia e nel mondo collaborando con musicisti come Gregory Hutchinson, Xavier Davis,Tullio de Piscopo, pubblica un disco nonostante i tempi targati coronavirus. «Il solo è una opera complessa – scrive il trombettista Paolo Fresu nelle note dell’album -. Un solo di saxes e clarinetto lo è ancora di più, perché mette a nudo l’artista nel sottile equilibrio tra pensiero compositivo ed esecutivo. È pertanto un punto di arrivo che si manifesta attraverso una introspezione sonora, che nasce nella parte intima di colui che pensa la dimensione orizzontale della costruzione melodica». Registrato live nella chiesa di Montecalvo Versiggia, «è un punto di arrivo – continua Fresu – che si manifesta attraverso una introspezione sonora, che nasce nella parte intima di colui che pensa la dimensione orizzontale della costruzione melodica. La chiesa settecentesca di Montecalvo Versiggia diviene un nuovo strumento, che contralta con le ance di Clemente».
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STRUMENTI & MUSICA MAGAZINE / 25.04.2020
Review of the album “SOLO” by Stefano Dentice
Una conversazione interiore, profonda e mutevole, che fotografa stati d’animo e sensazioni contrastanti attraverso una comunicatività ora serafica ora ardente, in alcuni frangenti contemplativa e in altri suadente. Prende vita così Solo, nuovo album del sensibile ed estroso sassofonista, clarinettista e compositore Felice Clemente. Tredici i brani che formano la tracklist, di cui solo Bá – Bá, Moods e Free Improvisation sono frutto del rigoglioso cerebro di Clemente. Mentre Harlem Nocturne (Hearle Hagen), A Secret Place (Fabio Nuzzolese), Princess Linde (Michel Godard), Blues For One (Brandford Marsalis), Nuovo Cinema Paradiso (Ennio Morricone), La Nani (Javier Pérez Forte), Rapsodia Temperante (Fabio Nuzzolese), Sarabande From Cello’S Suite N.5 (Joahann Sebastian Bach), Song For Clarinet (Daniele Di Gregorio) e Notturno N.2 (Daniele Di Gregorio) completano il CD. Bá – Bá è una composizione ammaliante. Qui, alle prese con il sax soprano, Felice Clemente si esprime costruendo un discorso improvvisativo cantabile, materico, dalla forte intensità espressiva, locupletato da alcune finezze armoniche. Il bluesy mood di Moods è particolarmente ammiccante, contagioso. In questo brano al tenore, l’eloquio del sassofonista è sinuoso, avvolgente, adornato da un suono riscaldante. In Free Improvisation il climax è evocativo. Al sassofono soprano, Clemente si destreggia brillantemente spremendo il suo sax dal punto di vista timbrico e architettando un’elocuzione policromatica, intrisa di inebrianti inflessioni bluesy. In orbita contemporary jazz, Solo è un album che esalta i tratti distintivi dell’opulenta musicalità di Clemente, sovente protagonista di un playing dalle floride coloriture mediterranee e influenzato dalla musica colta.
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IL GIORNO / 30.04.2020
Review of the album “SOLO” by Marco Mangiarotti
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TRACCE DI JAZZ MAGAZINE / 06.05.2020
Review of the album “SOLO” by Andrea Baroni
Il viaggio solitario di Felice Clemente
Anni fa, in club genovese di dimensioni talmente ridotte da non avere alcuna chance di sopravvivenza in tempi di distanziamento sociale, mi capitò di assistere ad un concerto di Felice Clemente, sassofonista e clarinettista milanese classe 74, già ricco di esperienze con diversi esponenti del jazz internazionale e nazionale come Yuri Goloubev, Gregory Hutchinson, Jimmy Greene, Stefano Di Battista, Claudio Fasoli e molti altri, e fresco di plurimi riconoscimenti da parte della critica. Clemente ed il suo quartetto, il pianista Massimo Colombo, il bassista Giulio Corini ed il veterano della batteria Massimo Manzi, mi colpirono per una proposta costruita sulle basi della tradizione ma decisamente attuale, raffinata ed energica, con grande attenzione alla componente melodica ed un palpabile feeling. Insieme i quattro avevano da poco inciso nel 2011 il cd “Nuvole di Carta”, che ricevette 4 stelle da Downbeat, con promessa per Clemente di un futuro ricco di affermazioni anche fuori dall’Italia. Nel corso degli anni, lungo un percorso ricco di incontri, sono maturati per il sassofonista molti altri progetti, dal trio con Manzi e Paolino Della Porta nel cd “6:35” al duo “Aire libre” con Javier Pérez Forte alla chitarra classica, fino a “Mino legacy”, omaggio allo zio di Felice, Mino Reitano, rielaborazione in chiave jazz di brani celebri del repertorio del celebre autore e cantante, da “L’uomo e la valigia” a “Una ragione in più’”, da “La mia canzone”, a “Era il tempo delle more“, con Fabio Nuzzolese al pianoforte, Giulio Corini al contrabbasso ed ancora Massimo Manzi alla batteria. Una carriera ancora in fase di pieno sviluppo, che meriterebbe forse maggiore esposizione, consolidata anche dalla didattica e dalla direzione di diversi ensembles orchestrali in terra lombarda. Da pochi giorni Clemente ha pubblicato “Solo”, tappa ambiziosa per un sassofonista, testimonianza di una avventura di due giorni trascorsa nell’Oltrepo Pavese nella chiesa settecentesca di Montecalvo Versiggia, che, con i riverberi delle proprie arcate, ha costituito il quarto strumento della performance, insieme ai sassofoni tenore e soprano ed al clarinetto del musicista.
“Un solo di saxes e clarinetto mette a nudo l’artista nel sottile equilibrio tra pensiero compositivo ed esecutivo. È pertanto un punto di arrivo che si manifesta attraverso una introspezione sonora, che nasce nella parte intima di colui che pensa la dimensione orizzontale della costruzione melodica. Quella armonica si esplica nella magia dei rimandi di echi e riverberi, i quali traggono spunto dalla navata e dalle arcate di una chiesa o di una basilica. Quasi a dimostrare quanto il fitto dialogo tra gli strumenti e il luogo che li accoglie sia frutto di un antico matrimonio, che appartiene alla storia dell’uomo.”
Sono parole di Paolo Fresu, che firma le note di copertina di questo viaggio in solitaria, un percorso di intima ricerca del proprio essere che Felice Clemente ha compiuto attraverso due anni di preparazione, cercando il contatto con una dimensione spirituale che è sublimato dal luogo sacro dove il concerto è stato registrato. Non si pensi però a criptiche esplorazioni o ad improvvisazioni arcane: Clemente sembra volere mettere in campo buona parte della propria cultura e passione musicale, dispensando spazio a standards e composizioni originali proprie o dei più fedeli compagni di viaggio, e viaggiando con i propri strumenti fra generi, epoche ed atmosfere diverse. Si apre quindi con un grande standard del 1939, quella “Harlem Nocturne“, diventata nel tempo sigla di orchestre, colonna sonora di telefilm ed interpretata sia da jazzisti che rockers (l’elenco richiederebbe tutto lo spazio disponibile), qui inizialmente frammentata nella struttura tematica e poi ricomposta nel celebre refrain, come accade anche nella rilettura del tema di “Nuovo cinema paradiso” di Ennio Morricone. Ma in repertorio troviamo anche una cangiante “A secret place” di Fabio Nuzzolese condotta dal soprano, i richiami folklorici di “Princess Linde” di Michel Godard, l’urgenza espressiva di “Bà Bà”, il “Blues for one” di Brandford Marsalis ed il blues del brano autografo “Moods“, la “Sarabande from cello’s suite n.5 ” di J.S. Bach, una canzone per clarinetto composta da Daniele Di Gregorio, un brano di Javier Pérez Forte con un’ originale base ritmica, “La nani“, ed una libera improvvisazione che sembra richiamare, in conclusione, molte delle suggestioni incontrate nei brani precedenti. Clemente, grazie alle notevoli risorse tecniche, riesce a mantenere la performance in equilibrio fra profonda concentrazione ed espressività, mescolando spesso esposizione tematica ed improvvisazione come in un gioco di specchi. Un gioco che coinvolge e stimola l’ascoltatore a cercare di capire, fra gli echi ed i riverberi di quella chiesa-strumento, l’anima soffiata dentro al sax del suo interlocutore.
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MUSICA JAZZ MAGAZINE / 04.05.2020
Review of the album “SOLO” by Alceste Ayroldi
Sarà anche un viaggio intimistico, potrà sembrare anche un lavoro cameristico, fatto sta che – al di fuori dei luoghi comuni – il viaggio solitario di Clemente è un discorso così fluido e fluente da apparire come un messaggio musicale orchestrale. E’ infaticabile il fiatista milanese, sia perché il tutto è registrato in presa diretta, sia perché Clemente ci mette tutto se stesso: e si mette in gioco. Fermo restando l’assoluta difficoltà a reggere un live con una sola – parziale – famiglia di strumenti, qui c’è tanto pathos che si ascolta. Tre brani autografati dal Nostro e dieci attinti da un vocabolario tanto vario, quanto non imbolsito. Se è vero che si parte, a spron battuto, con Harlem Nocturne, declinato con un solfeggio attento, con una concatenazione di note che si disperdono per, poi, ricongiungersi nella trama melodica, è anche vero che troviamo delle chicche come Princess Linde di Michel Godard, che fluttua nell’ancia di Clemente e si muove con un respiro nuovo, fresco. C’è il sound frizzante, blues all’ennesima potenza, di Brandford Marsalis in Blues For One. Ogni brano è toccato con una particolare reverenza melodica: da Sarabande From Cello’s Suite n. 5 di Bach, con la quale il sassofonista lombardo rimarca l’assoluta vicinanza di due linguaggi (sempre che di un doppio binario si voglia ancora parlare); i movimenti di Clemente sono limpidi, saporiti, attenti a non alterare la struttura di ogni brano, ma con un linguaggio assolutamente personale. Nuovo Cinema Paradiso di Morricone è intonata nel rispetto del tema, ma l’abilità di Clemente le conferisce quel senso sinfonico che solo un’orchestra di vaglia potrebbe sottolineare. Ci sono tre temi che appartengono al fardello compositivo di Clemente: Bà-Bà, scoppiettante, dalla traccia melodica italiana-classica, che mette in mostra come il soprano sia uno strumento poliedrico e avvolgente. Con Moods declina il mainstream d’antan con classe ed eleganza e passo certo. Fino a giungere a un’improvvisazione, su base blues, in totale libertà cognitiva.
Alceste Ayroldi
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RADIOTELEVISIONE SVIZZERA (RSI) – RETE DUE / 04.06.2020
Radio episode dedicated to the album “SOLO” and interview by Claudio Farinone
“ll Solo è una opera complessa. Un solo di saxes e clarinetto lo è ancora di più, perché mette a nudo l’artista nel sottile equilibrio tra pensiero compositivo ed esecutivo. È pertanto un punto di arrivo che si manifesta attraverso una introspezione sonora, che nasce nella parte intima di colui che pensa la dimensione orizzontale della costruzione melodica”.
Queste sono le parole di Paolo Fresu, a presentazione del nuovo cd del musicista lombardo. Un lavoro affascinante, dove il talento di Clemente dialoga letteralmente con la fascinazione acustica della chiesa settecentesca di Montecalvo Versiggia.
Una profonda meditazione in musica più che mai attuale, che percorre una rilettura intensa e personale di brani noti, sapientemente mescolati a musica originale.
Al microfono di Claudio Farinone, Felice Clemente ci propone un’immersione nella sua raffinata poetica musicale.
Felice Clemente, sassofonista, clarinettista, compositore, direttore, band-leader e docente, è stato definito da Enzo Siciliano (Repubblica) «il miglior giovane sassofonista italiano» e da Cadence Magazine (USA) «un talento destinato a fare la storia del jazz». Nato a Milano nel 1974, sviluppa la passione per la musica nell’ambiente familiare sotto la guida del nonno, maestro in clarinetto. Segnalato e votato nelle riviste Musica Jazz e Jazzit magazine tra i migliori sassofonisti in assoluto, si impegna attivamente in numerosi progetti per la diffusione della cultura del jazz.
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A PROPOSITO DI JAZZ MAGAZINE / 21.05.2020
Review of the album “SOLO” by Gerlando Gatto
Affrontare la registrazione di un album per sole ance è impresa quanto mai difficile da cui sono usciti indenni solo alcuni grandissimi personaggi quali Sonny Rollins, Steve Lacy, Lee Konitz, Anthony Braxton. In questo album ascoltiamo un artista italiano, Felice Clemente, che usa sax tenore, sax soprano e clarinetto, in una registrazione effettuata nella chiesa settecentesca di Montecalvo Versiggia il 15 e 16 novembre del 2019. La scelta della location non è stata casuale o indifferente: in effetti, come acutamente sottolinea Paolo Fresu nelle note che accompagnano l’album, la dimensione armonica di un solo di sax e clarinetto si esplica nella magia dei rimandi di echi e riverberi, che traggono spunto dalla navata e dalle arcate di una chiesa o di una basilica. Quasi a dimostrare quanto il fitto dialogo tra gli strumenti e il luogo che li accoglie sia frutto di un “antico matrimonio che appartiene alla storia dell’uomo”. Ecco quindi come, grazie anche ad una presa di suono eccellente, sia possibile apprezzare in tutta la loro bellezza queste architravi sonore rette da echi, riverberi che solo in un ambiente come quello di una chiesa (ovviamente con caratteristiche particolari) sarebbe stato possibile ottenere. Ma tutto ciò non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata anche e soprattutto la valentia di Felice Clemente compositore, arrangiatore, esecutore di grande raffinatezza che ha voluto disegnare un percorso non facile attraverso un repertorio che parte da un classico del jazz, “Harlem Nocturne” di Hearle Hagen per concludersi con una libera improvvisazione, passando attraverso tre sue composizioni originali, e brani di Branford Marsalis, Godard, Morricone, Nuzzolese, Di Gregorio, Javier Perz Forte e Bach.
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AUDIOREVIEW MAGAZINE / may-june 2020
Review of the album “SOLO” by Guido Festinese
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THE NEW YORK CITY JAZZ RECORD MAGAZINE (USA) / june 2020
Review of the album “SOLO” by Tom Greenland
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IL GIORNALE / 10.06.2020
Review of the album “SOLO” and interview by Luca Pavanel
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RADIO START / 12.06.2020
Radio episode dedicated to the album “SOLO” by Fabio Ciminiera
[Jazz. Un disco al giorno]
La puntata di venerdì 12 giugno di “Jazz. Un disco al giorno” – in onda alle 18, su www.radiostart.it – presenta “Solo”, lavoro pubblicato nel 2020 dal sassofonista Felice Clemente. Un lavoro, appunto, in solo e registrato dal vivo per Crocevia di Suoni Records.
Jazz. Un disco al giorno è un programma di Fabio Ciminiera su RadiostART, in onda tutti i giorni dal lunedi al venerdì alle 18. La pagina di riferimento è invece “Il tempo di un altro disco”. Per ascoltare il programma basta andare su www.radiostart.it oppure utilizzare il player disponibile sulla pagina facebook.com/radiostart.it o la app TuneIn.
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JAZZ JOURNAL MAGAZINE (UK) / 15.06.2020
Review of the album “SOLO” and interview by Wif Stenger
Felice Clemente: Solo | Jazz Journal 15 June 2020
“Though not before a live audience, Clemente is clearly flying without a safety net here with no sidemen to catch him – and soaring gracefully”
Solo saxophone is a daunting proposition, but some of my most transcendental jazz experiences have been one-man sets by Anthony Braxton, Steve Lacy and Evan Parker. Felice Clemente is hardly a pioneer like those players, but has a warm, mellifluous sound that makes this 54-minute solo set pure pleasure.
The saxophone’s lack of sustain makes it a challenge as an unaccompanied live instrument. So Clemente picked an 18th-century church with a rich natural reverb that becomes an extension of his instrument – or instruments, as he alternates between tenor, soprano and clarinet.
On La Nani he even adds a metronome, that ancient drum machine, talking back to it with popping beatbox sounds from his horn in the album’s most experimental moment.
He carries on a call-and-response dialogue with himself on Blues For One from Branford Marsalis’s In My Solitude, another album featuring solo sax in a church. Clemente ends with a bit of a dirty mute sound harkening back to Marsalis’s New Orleans, whose sound Clemente delves further into with his own Mixiland Jazz Band. A regular at the Blue Note Milano, he’s also performed with the likes of Mike Westbrook and Gregory Hutchinson.
Like In My Solitude, this album features a Bach composition, a fluid Sarabande. Besides the opening Harlem Nocturne from 1939 and one by French tubaist Michel Godard, the other selections are by Clemente or other contemporary Italians. Those include Ennio Morricone, whose Cinema Paradiso theme takes flight with Clemente’s circular-breathing helix spirals on the soprano.
He stays with the straight horn for the elegant, almost baroque original Bà – Bà, returning to the tenor for the final blues-based Free Improvisation.
Though not before a live audience, Clemente is clearly flying without a safety net here with no sidemen to catch him – and soaring gracefully.
Buy Felice Clemente: Solo at croceviadisuonirecords.com
Discography
Harlem Nocturne; A Secret Place; Princess Linde; Bà – Bà; Blues For One; Nuovo Cinema Paradiso; La Nani; Rapsodia Temperante; Cello Suite No. 5 In C Minor, BWV 1011: Iv. Sarabande; Song For Clarinet; Moods; Notturno No.2; Free Improvisation (53.47)
Clemente (ts, ss, cl). Montecalvo, Italy, 15-16 November 2019.
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JAZZCONVENTION MAGAZINE / 22.06.2020
Review of the album “SOLO” by Flavio Caprera
Felice Clemente: sax tenore, sax soprano, clarinetto
È il riverbero la chiave di questo disco. Il ritorno sacro di note pagane. L’alternarsi di stati d’animo che come onde sonore saturano, seguendo il moto delle note, gli spazi e le colonne, le volte e gli slanci austeri e iconici del tempio. Felice Clemente ha scelto una performance in solitario tra le volte della chiesa di Montecalvo Versiggia. Sax tenore, soprano e clarinetto sono il medium tra la musica e il suo stato d’animo, il sentire del momento, il mood e il feeling che si ha per un tema o una singola cellula melodica. Musicista sensibile, Clemente riesce a modulare la sua “voce” seguendo istinto, pancia e anima. Non c’è nulla di cerebrale in questa performance; al contrario, alberga una recondita spiritualità che fa il paio con il blues e la creatività improvvisata. Come un marinaio solitario ha vinto la sfida contro un mare di silenzi e metri cubi d’aria da riempire… di jazz. “Silence and I”! Consigliato!
Flavio Caprera
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BLOW UP MAGAZINE / june 2020
Review of the album “SOLO” by Piercarlo Poggio
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JAZZITALIA MAGAZINE / 12.07.2020
Review of the album “SOLO” by Marco Losavio
Da ascoltare in cuffia, o anche con un buon impianto e con pochissima luce. Il suono viaggerà nei pensieri, negli spazi, in ogni meandro possibile insinuandosi con dolcezza e precisione proprio laddove lo si sta aspettando nella sua doppiezza o in una semplice vibrazione, a volte anche in un colpo di fiato che nell’ancia diventa suono esso stesso. Un album in solo che Felice Clemente registra nella chiesa di Montecalvo Versiggia, luogo che fornisce tutta la libertà possibile al suono di liberarsi in ogni sua sfaccettatura. Il suono è il vero protagonista, certo anche i brani (proprie composizioni e proprie reinterpretazioni) che però diventano l’espediente per la produzione del suono che si riesce davvero a gustare in ogni aspetto come invece non è possibile in combo vari. E per un musicista di uno strumento a fiato il suono è diretta espressione di un intimo che si offre al cospetto di chi ascolta disposto a mutarsi e diventare proprio altrui.
E’ anche un lavoro di tecnica, di padronanza degli strumenti e dei rispettivi registri, dell’emissione che non si avverte mai in difficoltà.
Non serve quindi elencare i brani (comunque variegati tra il classico e il contemporaneo passando attraverso qualche standard fino all’immancabile blues) o enfatizzarne alcuni passaggi, l’intero album va sorseggiato tutto d’un fiato data anche la sapiente alternanza che c’è tra i sax (soprano, tenore) e il clarinetto.
Un’esperienza sicuramente significativa per il bravo Clemente ma anche esaustiva per chi ascolta e si fluttua in queste ondate sonore pregne di intensità e che come una brezza leggera provano a circondare un momento da preferire in solitudine.
Marco Losavio per Jazzitalia
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SONIC MAGAZINE (Germany) / july 2020
Review of the album “SOLO” and interview by Christina Bauer
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RADIO RAI3 “Body and Soul” / 25.07.2020
Radio episode dedicated to Italian jazz by Sergio Spada
Puntata della trasmissione “Body and Soul” di RADIO RAI3 del 25 luglio condotta dal bravissimo Sergio Spada, nella quale è stata scelta e trasmessa la mia versione del brano “Nuovo Cinema Paradiso” del Maestro Ennio Morricone, e presentato il mio ultimo disco SOLO.
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MUSICAMAG MAGAZINE / 28.07.2020
Review of the album “SOLO” by Giorgio Pezzana
Con l’autorevole presentazione di Paolo Fresu, è recentemente stato pubblicato “Solo”, il nuovo album di Felice Clemente, che in questo progetto si cimenta ponendo in risalto, come “solo”, il suo talento di sassofonista (suona sax tenore e contralto) e di clarinettista. Un lavoro intuibilmente complesso che some scrive Fresu “…mette a nudo l’artista nel sottile equilibrio tra pensiero compositivo ed esecutivo…”. Un lavoro che può essere affrontato solo quando si dispone di un’assoluta dimestichezza con lo o gli strumenti, ma anche con la propria idea di musica, con ciò che si desidera fare “arrivare” a chi ascolta, con la consapevolezza che un brano strumentale di norma, ma nel mondo jazz ancora di più, non dispone del supporto della parola per suscitare emozioni o attenzioni, ma è la musica stessa a farsi parola, messaggio, stato d’animo. Ecco perchè c’è una cifra musicale e comunicativa forte in ciò che Clemente pone all’attenzione di chi ascolta. Al di là del giusto piacere che scaturisce dall’ascolto delle sue note che rivelano, un brano dopo l’altro, la cifra tecnica ed aristica del musicista. Le tracce sono tredici, il che corrisponde ad un impegno compositivo ed esecutivo ragguardevole. Forse sono anche troppe, a meno che non si intenda guardare ad un pubblico particolarmente attento e con orecchie preparate. Ma queste note in solitaria possono arrivare gradevolmente anche a chi ha maggiore destrezza con altri generi, perchè ogni ascolto lascia sensazioni nuove, atmosfere intense e sono come un viaggio che ogni volta è possibile ritrovare con “paesaggi” nuovi che al primo ascolto possono essere sfuggiti. Come mettere in discussione la qualità, ma anche le intenzioni, di un simile percorso?
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L’ESPRESSO DI REPUBBLICA / 30.07.2020
Review of the album “SOLO” by Paolo Romano
Il Solo sax di Clemente è una piccola antologia di felicità per l’anima
Pochi giorni dopo l’inizio del lockdown che avrebbe costretto ad un ritorno al silenzio le città e forzato alla riscoperta delle identità dissipate nelle relazioni quotidiane, uscì un album che – per una strana congiura dei tempi – avrebbe avuto la forza di far da viatico al metodo di riscoperta della bellezza pura, di per sé, al ritorno alla propria identità.
E’ “Solo” di Felice Clemente (Crocevia di Suoni Records), totem nostrano di ance e fiati e compositore ben noto anche negli Stati Uniti (basti dire che un mammasantissima dell’editoria di settore, il Downbeat, da anni ne recensisce le produzioni con desueto entusiasmo). Si tratta di un album doppiamente coraggioso: per chi l’ha suonato/pensato e per chi sceglie di ascoltarlo. Già, perché l’idea di un album di solo sax, come di qualunque strumento non armonico, cammina sin da subito su una corda sottile ed invisibile di azzardo. “Il solo è un’opera complessa”, esordisce non a caso Paolo Fresu che per questo lavoro di Clemente ha scritto la nota introduttiva, ma è sempre il musicista sardo a dare la giusta chiave: “questo non è un semplice bisogno di solitudine musicale, ma l’esigenza di comunicare con il mondo la propria anima, dialogando con uno spazio che appartiene a tutti”.
Ora, ascoltare per credere, in realtà Solo lo è in residua parte, perché la scelta di registrarlo nella chiesa di Montecalvo Versiggia, poche anime nella comunità montana dell’Oltrepò Pavese, comporta l’ingresso di risonanze, echi, reverberi con lo spazio che modificano e interpretano il suono, chiamato a dominarne a sua volta i rimandi ed instaurando così un dialogo tra sax e (apparenti) silenzi. Mica facile averne la meglio. E per non rendere il tutto un’operazione disgraziatamente autoreferenziale, coinvolgente piuttosto, Clemente sceglie un repertorio in cui temi popolari, classici, standards e composizioni originali hanno come comun denominatore la fortissima identità melodica; e la cantabilità diffusa negli oltre 50 minuti dell’album resta nell’ascoltatore come traccia per ripercorrerne gli esiti, canticchiando i brani. Trascolorano, garantiti dell’unità di suono del sax, i temi di Nuovo Cinema Paradiso di Morricone, Harlem Nocturne, La Nani di Pèrez Forte, la Sarabanda dalla Suite n. 5 di Bach per violoncello e i brani originali di Clemente (strepitoso, su tutti, Bà-Bà, dedicato alla figlia e con titolo scherzosamente evocativo delle ecolalie infantili).
Il risultato è quello di un album che, se si potesse ricorrere a categorie storiche, apparterebbe al “romanticismo”, per almeno due ordini di fattori. Il primo è la risposta ben riuscita alla “nobile semplicità e tranquilla grandezza” cui dovrebbe tendere l’espressione artistica, il temperamento di correnti di sentimento anche violente attraverso la sublimazione del gesto creativo, qui governate dal suono rotondo del sax di Felice Clemente. Il secondo spunto romantico parrebbe, invece, riconducibile all’idea di popolo e cultura popolare. Solo non occhieggia mai alle piane scorciatoie del commerciale, ma fa un’operazione di apertura solare, gioiosa ad un ascolto condivisibile da chiunque, senza battere sperimentalismi da iniziati ma offrendo linguaggi diversi accessibili all’ascoltatore (l’educazione senza pedanteria, l’eterno irrisolto dell’ultimo secolo). E infatti, quasi subito, ci si trova immersi nelle atmosfere sonore delle tracce, quasi dimenticandosi della possibilità che ci possano esser altri ensemble pensabili.
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