GENTLEMAN – FEBBRAIO 2011 A CURA DI ANDREA MILANESI
Segnalazione di Nuvole di Carta su Gentleman magazine – Class editori.
Il jazz da esportazione del sassofonista Felice Clemente. Nuvole di carta (Crocevia di Suoni Record).
A cura di Andrea Milanesi.
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IL MANIFESTO – ALIAS – GUIDO FESTINESE (MARZO 2011)
S’è spesso abusato, in Italia, della definizione “terra di nessuno”, per tentare di escrivere note e operato di musicisti che sembrano aver buttato il cuore oltre l’ostacolo dei “generi”, decidendo di continuare a operare in un crocevia a volte affollato, a volte deserto dove musica scritta e improvvisazione si incontrano. Massimo Colombo è uno di questi, e questa raccolta, divisa in nove Notturni, un Duo Fantasia, quindici immagini e due brani costruiti “jazzisticamente” è, nelle intenzioni, propedeutica per chi è formato alla diteggiatura “classica”, ma ha legittime curiosità per l’approccio jazz. Si potrebbe pensare ad un arido esercizio di stile: vero il contrario, perché ogni singolo brano è godibile, direbbe il “Principe”, “a prescindere”. E la voce lirica del sax soprano di Clemente è perfetto pendant dei tasti bianchi e neri.
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ALL-ABOUT-JAZZ – VINCENZO ROGGERO (MARZO 2011)
Disco intrigante e atipico quello licenziato dal pianista Massimo Colombo e dal sassofonista Felice Clemente. Perché se è vero che di incroci pericolosi tra musica classica e musica improvvisata è costellata la storia del jazz in questo Doppia Traccia vi è un approccio molto naturale e rispettoso, semplice nell’accezione più alta del termine, che lo differenzia dalla maggioranza di operazioni similari, spesso contrassegnate da ridondanze presuntuose o da eccessivi intellettualismi. I nove “Notturni (op. 581)” sono composizioni per sax e pianoforte ispirate alla celebre raccolta di Frédéric Chopin. Pianoforte e soprano tracciano linee semplici e delicate, che sembrano non voler disturbare la bellezza intrinseca delle composizioni, in questo modo esaltandole ed elevandole ad uno stato di purezza assoluta. “Duo Fantasia (op. 624)” è una sorta di volano tra il clima “crepuscolare” dei Notturni e quello multicolore delle successive “Immagini (op. 480)”. Si conserva il clima intimistico e riflessivo ma la trama si fa più articolata e intricata, con l’aspetto ritmico che crea movimento e favorisce i momenti improvvisativi. Poi arrivano le quindici “Immagini” per piano solo, quindici bozzetti musicali che spaziano dal blues alla musica brasiliana, dal jazz alla musica etnica, dalla forma ballad alla canzone. La maggior parte supera appena il minuto di durata ma non importa, in quella manciata di secondi si intuisce un mondo, si nascondono paesaggi e la mente può vagare tra fantasia e realtà, tra ricordi e speranze. Chiudono il disco due brani più strutturati nei quali il soprano di Felice Clemente ritorna a dialogare con il pianoforte di Colombo in una sorta di riflessione finale sulla possibile convivenza tra musica colta e musica improvvisata.
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ECO DI BERGAMO – RENATO MAGNI (MARZO 2011)
Pianista milanese e jazzista, Massimo Colombo ha da tempo evidenziato la propria propensione per la composizione. Coadiuvato dal sassofono soprano di Felice Clemente, snocciola qui “Notturni” e, in solitaria prova tastieristica, i quindici numeri del ciclo “Immagini”, oltre altre due composizioni che danno maggiore spazio all’improvvisazione.
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JAZZIT MAGAZINE– SERGIO PASQUANDREA (MARZO 2011)
Negli anni Massimo Colombo ha elaborato un vasto corpus di composizioni nelle quali il linguaggio jazz è stilizzato con pratiche di origine classica, anche a scopo didattico. Un esempio sono i brani contenuti in questo cd: ètudes spesso brevissimi, dove soluzioni armoniche e ritmiche di matrice jazz si fondono con cura per la nitidezza timbrica e per la consequenzialità formale, che li apparentano alla musica classica. A volte, come nei Notturni, prevale il versante classico, altre, come in Duo Fantasia, quello jazz, mentre le Immagini sono ognuna una miniatura esemplificativa di un particolare stile jazzistico.
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SUONO – PIER LUIGI ZANZI (MARZO 2011)
Lavoro molto particolare e caratterizzato, questo, in cui Massimo Colombo, al pianoforte, suona una prima parte del cd con Felice Clemente al sax soprano ed una seconda in solitudine. Le due anime del progetto sono piuttosto diverse; nella parte in solitaria vengono affrontati quasi in forma di studi e/o variazioni elementi e generi musicali specifici, passando davvero per molte cose differenti (blues, jazz, classica di varia estrazione, omaggi anche espliciti tra cui uno molto riuscito alla Penguin Cafè Orchestra), mentre in duo le composizioni hanno una matrice ancor più colta e si fanno più intime, talvolta appena involute ma anche capaci di aperture melodiche riuscite ed efficaci. Un limite è forse proprio nel fatto che si fatica ad integrare un ascolto che si destinerebbe più volentieri a due cd differenti.
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GENTLEMEN – ANDREA MILANESI (MAGGIO 2011)
Discorso a parte meritano infine il sassofonista Felice Clemente e il pianista
Massimo Colombo, che si sono dati appuntamento tra i righi del pentagramma di una musica scritta e di chiara ispirazione classicheggiante.
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A PROPOSITO DI JAZZ – GERLANDO GATTO (APRILE 2011)
Alle volte si dovrebbe evitare di leggere le note che accompagnano i CD; così in questo caso uno legge – cito testualmente – “si tratta di materiale di ausilio allo studio della musica classica a indirizzo jazzistico che va interpretato con swing e con piccole parti da improvvisare per le quali è necessario avere una buona pratica nel jazz” e lascia perdere. E farebbe male ché in realtà, a parte lo scopo per cui è stato inciso, si tratta di un disco valido. Innanzitutto i due protagonisti sono eccellenti musicisti: Massimo Colombo è pianista dalla tecnica sopraffina, dal tocco elegante ed incisivo e dalla fervida inventiva mentre Felice Clemente al sax soprano dimostra di aver ben assimilato la lezione dei “grandi” sopranisti del passato pur avendo sviluppato un linguaggio abbastanza personale. I due affrontano un repertorio, scritto da Colombo, che, per l’appunto, vuol coniugare musica improvvisata e musica classica ma lo fanno senza alcuna presunzione lasciando che la musica parli da sola senza quegli inutili intellettualismi purtroppo tanto presenti nell’odierna realtà. Ecco, quindi, una serie di nove “Notturni” che ricalcano il clima caro a Chopin senza, ovviamente, avere la pretesa di scimmiottare alcunché. Il “Duo Fantasia” rappresenta una sorta di ponte verso le successive quindici “Immagini”, una serie di deliziosi bozzetti per piano solo, che visitano terreni assai diversificati quali il jazz, il blues, la musica brasiliana, la musica etnica, la canzone. A chiudere ancora due brani eseguiti dal duo, “L’insaziabile tono” e “La linea di spago”, in cui Colombo e Clemente tirano le fila del discorso sviluppato in precedenza.
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MYCRITICONLINE.BLOGSPOT.COM – A CURA DI ROBERTO PAVIGLIANITI
Si compone di otto originali – cinque dei quali a firma del leader – e della rilettura di The Young Prince and Princess il nuovo lavoro di Felice Clemente dal titolo Nuvole di carta. Il saxofonista, che si alterna con estrema scioltezza tra soprano e tenore, costruisce le linee caratteriali di quest’album sulla forza melodica dei suoi soli, che – adagiandosi su una solida intelaiutura ritmica e formale – disegnano scenari ora ombrosi e colmi di fascino, come nella title track, ma anche timbricamente variopinti e pieni di tangenti espressive (To MJB). Da sottolineare, oltre all’ottima prova d’insieme, la prestazione del pianista Massimo Colombo, che si lascia apprezzare per il lavoro di retroguaria, per la prontezza nel dialogo con il leader, ma anche – e soprattutto – per alcune pagine scritte con estrema eleganza e precisione.
Roberto Paviglianiti
Qualità musicale 7
Tecnica 7,5
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SUONO MAGAZINE N° 452 DEL 5-2011- DI SERGIO SPADA
Felice Clemente Quartet – Nuvole Di Carta Jazz – Crocevia Di Suoni catalogo: Cds005.
Eleganti suoni per un quartetto caratterizzato da grande compattezza ed ottime qualità solistiche, segnatamente nel sassofono (tenore e soprano) di Felice Clemente e nel pianoforte di Massimo Colombo. Sono loro ad alternarsi nelle vesti di solisti, supportati dal basso di Giulio Corini e dalla batteria di Massimo Manzi, entrambi una assoluta garanzia. Molte composizioni di Clemente, due di Colombo, una di Corini ed una rilettura di Rimsky Korsakov (da Sheherazade) che esalta il soprano di Clemente. Molto bella la quiete del brano del titolo, con un piano molto ispirato. Lost In Blues pone in evidenza la maestria di Massimo Manzi. Nell’insieme i momenti corali sembrano più prevedibili, gli inserti solistici spesso risplendono di luce propria.
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AMADEUS ONLINE MENSILE NUMERO DI MAGGIO 2011 – A CURA DI RITA VECCHIO
FELICE CLEMENTE QUARTET – NUVOLE DI CARTA – Crocevia di Suoni Records, 2011.
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Quando le nuvole assumono la forma dei nostri sogni, ci vorrebbe sempre un pezzo di carta per fissare e realizzarli davvero. Nuvole di carta, il nuovo lavoro di Felice Clemente, attraverso limpide note mette insieme, fondendoli, l’idea e la realtà, come se avesse voluto dare forma ai desideri a occhi aperti. «é un cd che ho composto per commemorare la morte di un ragazzo, amico di famiglia, che aveva tanti progetti ancora da realizzare», racconta Felice Clemente. «Per questo il titolo Nuvole di carta: le nuvole assumono la forma dei nostri sogni, passano velocemente e mutano con la vita e l’esperienza. E a facilitare tutto ciò è la musica che da sempre accompagna momenti belli e brutti, e per la maggior parte delle volte è un motore di reazione molto importante per farci superare lo sconforto. La mia vuole essere una musica che accompagna i vari momenti senza pensieri, sempre solare e energica, ma dove non mancano passaggi struggenti oltre a quelli intensi e positivi». Questo spiega anche la scelta della copertina: il disegno e i colori indicano quasi una realizzazione, elevazione di una vita certe volte molto negativa, altre molto bella. C’è insito il pensiero di cercare l’extraterreno, di elevare a qualcosa di assoluto. «Sono credente – dice – e lo concepisco come forma verso Dio. Si parte dal nero, che metaforicamente potrebbe essere l’aspetto negativo e buio, e attraverso un tunnel sempre meno fitto arrivare ai colori celestiali. La copertina raffigura un quadro già esistente al momento della produzione di questo lavoro. Ho utilizzato un disegno di una giovane artista, Cinzia Pugliese, che bene evidenziava la musica che doveva “contenere”. Semplice, melodico e ben arrangiato. Un percorso musicale che abbraccia nove tracce inedite e un arrangiamento di Shéhérazade di Rimsky-Korsakov. La stesura è durata un anno e registrato con molta cura per la fattura del suono da Artesuono Recording Studios a Cavalicco, insieme al quartetto ufficiale con cui collabora oramai da anni. Giunto all’ottavo disco, ma già in procinto di registrare il nono, Clemente affianca con cura e creatività brani che spaziano da un jazz classico a quello un po’ più moderno, intriso di sonorità contaminate provenienti da un mix di influenze mondiali. Da Inside Changes a brani con tempi dispari e con arrangiamenti molto più strutturati e complessi come The Courage to Try e Paradossi, più artificiosi nella struttura: così si trovano di frequente cambi di tempo repentini, come nel primo di questi brani, dove c’è quasi una sovrapposizione dal 7/4 al 5/4 e nel secondo con passaggi dal 5/4 al 4/4. Ma la sua rimare pur sempre una musica semplice che anela verso al ricerca delle origini. Compositore impegnato, Felice, che si è da poco esibito al Blue Note di Milano, di certo non dimentica la sua formazione classica che diventa la sua musa ispiratrice anche in ambito improvvisato e senza categorizzazioni quale quello jazzistico. «La musica classica non mi ha vincolato, anzi – commenta Clemente – é il mio motore. Utilizzare l’approccio jazz mi ha aiutato a togliere quelle categorizzazioni mentali tipiche della musica classica. La musica jazz permette qualche sbavatura in più, lasciandoti uscire di più nell’aspetto creativo. E concepisco che la semplicità sia la giusta formula per fare musica. Non è moderna o alla moda un’accozzaglia di suoni messi magari maniera artificioso. Louis Armstrong ha saputo ben cogliere l’essenza del jazz. In questo ultimo lavoro, c’è molta più ricerca di un tema sottile che unisce le varie melodie con una ricerca spasmodica alle origini». Così fonde le esperienze provenienti da Wayne Shorter, Joe Henderson, Sonny Rollins, Joe Lovano, Miles Davis e Brandford Marsalis a quelle classiche di Stravinskji, Ravel, Debussy e Rimsky-Korsakov, facendo un tutt’uno, proprio come la musica ci insegna a fare, come scatole cinesi, contenitori di note variegate. E su come è cambiato il jazz, risponde: «Quello puro, quello che si concepiva qualche anno fa non dico che non esista più, ma è messo in secondo piano da una diversa progettualità contaminata anche a ragion veduta da vari impulsi provenienti da varie parti del mondo. Una volta era molto swing e afroamericano. Ora contaminato da una dimensione europea, nord europea, nord africana, insomma un mix di culture unite dal piacere di fare musica. Molti musicisti seguono la moda del momento. Oggi gli arrangiamenti sono più colti e più strutturati. La musica classica si è fatta influenzare dalla musica jazz. A differenza del passato, forse, c’è la coesistenza di più generi musicali. La mia origine rimane classica e lì vado a cercare l’aspetto creativo».
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JAZZITALIA.NET – DI ALESSANDRO CARABELLI – MAGGIO 2011
NUVOLE DI CARTA – Felice Clemente Quartet – Crocevia di Suoni Records (CDS005). Sono molti i pregi musicali di questo accurato ed ispirato lavoro di Felice Clemente, sassofonista stra apprezzato anche in Europa. Accompagnato da una formazione di particolare pregio composta da Massimo Colombo al pianoforte, Giulio Corini al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria, Clemente propone una lavoro straordinario per creatività, raffinatezza ed originalità. “Nuvole di carta”, omaggio ad un amico scomparso, si snoda attraverso un percorso di nove tracce originali, se si fa eccezione della bellissima “The young prince and princesse” di Rimsky Korsakov, ricche di fascino estremo e suadente lirismo. Il risultato è un progetto coerente e ben sviluppato, all’interno del quadro stilistico di riferimento che resta il modern mainstream, con qualche apertura più avanzata. Ma nulla risuona scontato o prevedibile perché la bravura degli interpreti e le belle composizioni conferiscono al lavoro freschezza e incisività, equilibrio tra chiarezza timbrico-melodica ed intrigante tensione ritmica. L’album riesce a coinvolgere e ammaliare l’ascoltatore già dal primo passaggio perché composto da musica senza tempo suonata da un gruppo senza punti deboli, molto amalgamato e sinergico. Estro, creatività, dinamismo e tantissime idee si snocciolano brano dopo brano regalando continue emozioni all’ascoltatore. Basti ascoltare la meravigliosa title track o l’effervescente “The courage to try” o la toccante “Aneddoti” per restare affascinati da tanta bravura, bellezza e perfezione stilistica come di rado si è abituati ad ascoltare nelle produzioni non solo nazionali. a cura di Alessandro Carabelli per Jazzitalia.
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THE URBAN MUSIC SCENE (USA) – MAGGIO 2011
Acclaimed Contemporary Jazz Group The Felice Clemente Quartet Releases, “Nuvole Di Carta”. Eighth Release from Critically Acclaimed Contemporary Jazz Quartet Available March 20th on Crocevia di Suoni Records. Los Angeles, CA (Vocus/PRWE) March 21, 2011. “Nuvole di Carta” marks the eighth release from Italy’s critically acclaimed Felice Clemente Quartet. Available March 20th on Crocevia di Suoni Records. Nuvole di Carta (which translates to “Paper Clouds”) is impeccable, contemporary Jazz recording featuring superb musicianship and intelligent improvisation reminiscent of such masterful players as Joe Lovano, John Coltrane and Branford Marsalis. Recorded and mixed at ArteSuono Recording Studios – Cavalicco (UD) Italy, Nuvole di Carta features such tracks as “The Courage to Try,” “Paradossi” and “Inside Changes.” The entire album highlights the Felice Clemente Quartet’s exploration of beautiful melodies, great interplay and approachable themes — while masterfully utilizing odd time signatures to create approachable musical motifs. “Nuvole di Carta is my heartfelt tribute to young friend — a beloved friend who left us at a very young age,” says Clemente. The title, ‘Nuvole di Carta’ alludes to the fusion between dreams (the clouds) and their realization (paper). Through my musical notes transcribed on paper, I wanted to give a shape to my friend’s dreams.” Based in Milan, the Felice Clemente Quartet was formed in 1998 by award-winning saxophonist/clarinet-player and composer Felice Clemente. Performing live across Europe, the Felice Clemente Quartet has played at such high-profile venues as the Blue Note, Milan and Rome’s La Palma Club. In addition, the Felice Clemente Quartet has appeared at some of Europe’s most prestigious Jazz festivals including: Terni in Jazz Fest, Classicum Jazz in Rome, Ronciglione Jazz Festival in Viterbo, “Gezziamoci” Basilicata International Festival in Matera, Brianza Open Festival in Milan and No Borders Italian Jazz Festival Gubbio. The Felice Clemente Quartet includes: Felice Clemente – Tenor and Soprano Sax, Massimo Colombo – Piano, Giulio Corini – Double Bass, Massimo Manzi – Drums.
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AVVENIRE 9 GIUGNO 2011 – A CURA DI MASSIMO IONDINI
“Nuvole di Carta” Felice Clemente Quartet (F.Clemente, M.Colombo, G.Corini, M.Manzi) – Crocevia di Suoni Records CDS005.
TORNA IL SAX DI FELICE CLEMENTE CON IL SUO TRIO E IN “NUVOLE DI
CARTA” RIMSKY-KORSAKOV SI FA JAZZ. È uno dei più apprezzati talenti emergenti della prolifica schiera dei jazzisti italiani. Una scuola osannata all’estero, dalla Francia agli Stati Uniti, ma che qui come molte altre categorie di artisti, fatica a trovare la meritata consacrazione. L’occasione per ascoltare il 36 enne sassofonista Felice Clemente con il suo Trio (Massimo Colombo al piano e Giulio Corini al basso) sarà domani, 10 giugno 2011 alla Feltrinelli di piazza Piemonte (ore 18.30 ingresso libero). Clemente presenterà il suo ultimo album “Nuvole di Carta”, fiorilegio di suggestive sonorità che strizzano l’occhio alle lezioni dei grandi maestri del passato guardando all’avanguardia, tra proprie composizioni a una curiosa rivisitazione di Shéhérazade” di Rimsky-Korsakov. “E’ il mio sentito omaggio a un giovane amico che ci ha lasciato tre anni fa, un ragazzo con tanti progetti. A lui e ai suoi sogni – dice Clemente – è dedicato “Nuvole di Carta”, il cui titolo allude proprio alla fusione tra i sogni, le nuvole, e la loro realizzazione, la carta”. Sogni che Clemente e il suo Quartetto fanno volare sulle ali delle note di un jazz inafferrabile e tradizionale al tempo stesso. Da non perdere. Affinché non siano soltanto rosee nuvole passeggere.
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MUSICZOOM.IT GIUGNO 2011 – A CURA DI VITTORIO LO CONTE
“NUVOLE DI CARTA” – Felice Clemente Quartet – Crocevia di Suoni Records CDS005
Felice Clemente ha scelto la strada dell’autoproduzione con la sua Crocevia di Suoni Records, così da potere gestire meglio e con più tranquillità le sue idee. Anche la scelta di registrare presso lo studio Amerio si è qui rivelata molto azzeccata: c’è anche la perfetta qualità dell’incisione a rendere il disco molto piacevole all’ascolto. L’intesa fra i quattro è proprio simbiotica, fra il sassofonista e Massimo Colombo c’è un’assoluta empatia, a cui contribuiscono rendendo perfetto tale processo Giulio Corini al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria. Al sax soprano e al tenore ricerca la melodia, quel senso musicale che affascina l’ascoltatore, prendiamo come esempio un’esecuzione molto riuscita: “To MJB“. Tutta l’impostazione del disco punta molto sull’improvvisazione, su temi aperti che lasciano molto spazio agli esecutori in uno spazio in cui domina la logica e la compattezza, senza sbavature. Un disco del genere rende il jazz italiano di livello internazionale. Clemente non è il musicista che viene invitato ai festival americani, e tuttavia la sua musica ed il quartetto meriterebbero una migliore promozione. Perché riescono a fare del jazz con delle radici italiane in cui c’è una notevole attenzione per la componente improvvisativa insieme ad una precisa gestione delle dinamiche. Qui si toccano tutti i registri, dal brano lento a quello più veloce, dai ritmi incalzanti alle sonorità più coinvolgenti ed europee come il tema The Young Prince and Princess dalla Sherazade di Rimski Korsakoff, ad esempio. Qui Clemente è impegnato al soprano e riesce con molta sensibilità a smontare e rimontare il tema, a lasciare una sezione al solo contrabbasso, cercando di tirare fuori quelle che sono le potenzialità del tema e dell’arrangiamento. Un emblema di quello che è questo disco, in cui molto sinceramente melodie ed improvvisazioni stanno fianco a fianco complementandosi a vicenda.
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JAZZYELL.JP (JAPAN) GIUGNO 2011
“NUVOLE DI CARTA” – Felice Clemente Quartet – CROCEVIA DI SUONI CDS005 がハード・バップ・ファンに大歓迎されたフェリーチェ・クレメンテ。 年に2-3枚のアルバムをリリースする多作家であり、現在のイタリア・ジャズ界を背負って立つ存在になって久しい彼が、マッシモ・コロンボとの名コンビで、またもやゴキゲンな新譜を届けてくれました。 スタンダード・ナンバーや過去のジャズメン・オリジナルは一切ありませんが(7曲目はリムスキー・コルサコフのクラシック曲をアレンジしたものです)、クレメンテの曲作りは冴え渡るばかり。 彼がいかに50-60年代のモダン・ジャズを聴きこんできたかが、よくわかります。 ますますスケールを増したクレメンテのプレイを満喫してください。(jazzyellより
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A PROPOSITO DI JAZZ ON LINE NEWS – GIUGNO’11 – A CURA DI GERLANDO GATTO
Felice Clemente – “Nuvole di carta” – Crocevia di suoni CSDS 005
Il sassofonista Felice Clemente si presenta in quartetto con Massimo colombo al pianoforte, Giulio Corini al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria, quindi un combo di tutto rispetto che in effetti fornisce ottima prova sia nella musica d’assieme sia negli interventi solistici. Particolarmente convincente il leader, che adoperando il sax tenore e il soprano, evidenzia un linguaggio fluido, personale, ora chiaramente melodico ora più dichiaratamente ritmico senza perdersi in fronzoli o inutili riempitivi, alla ricerca di una essenzialità non semplice da raggiungere. In questo senso particolarmente stimolanti i dialoghi con il pianista: Massimo Colombo, non lo scopriamo certo con questo disco, è pianista di classe raffinata e di acuta intelligenza musicale, frutto, tra l’altro, degli intensi e proficui studi di armonia, contrappunto e composizione; di qui un pianismo che, in questo album, pur non essendo spesso in primo piano, diventa affatto indispensabile per disegnare gli scenari su cui si muove l’intero quartetto. In questo senso eccellente anche il lavoro di basso e batteria in grado di costruire un’elegante struttura ritmico-armonica, particolarmente elegante anche dal punto di vista timbrico. Il repertorio si basa essenzialmente su composizioni dello stesso Clemente tra cui il brano che da il titolo al CD e che, come spiega lo stesso Felice “è il mio sentito omaggio a un giovane amico che ci ha lasciato tre anni fa, un ragazzo di grande ricchezza d’animo, con tanti progetti che avrebbe voluto realizzare. A lui e ai suoi sogni è dedicato questo mio ultimo lavoro, il cui titolo, Nuvole di carta, allude proprio alla fusione tra i sogni (le nuvole) e la loro realizzazione”. Eccellenti anche “To MJB” e “Young Prince and Princess” , un arrangiamento in chiave jazzistica di un brano di Rimsky Korsakov. Il programma del CD è completato da un brano di Giulio Corini e due pezzi di Massimo Colombo che ancora una volta evidenzia una bella capacità di scrittura (non è certo un caso che abbia già scritto moltissime composizioni contenute nei numerosi CD registrati dai gruppi di cui il pianista ha fatto parte).
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NUOVEDISSONANZE.IT – 23 LUGLIO 2011 A CURA DI MAURIZIO BIGNONE
Felice Clemente e le sue… Nuvole di carta Negli ultimi vent’anni, grazie ad internet, moltissimi musicisti e compositori hanno avuto la possibilità di mettere in mostra la loro arte. Se da una parte quindi la scelta del fruitore è diventata enorme, dall’altra si assiste però ad un appiattimento stilistico generalizzato, poche idee e poca innovazione. Da quando ND ha iniziato il suo percorso di vita ha cercato di essere veicolo e stimolo per i progetti ritenuti interessanti, che scuotono l’ animo. Nuvole di carta, del sassofonista e compositore Felice Clemente, è uno di questi. Quando il Cd è arrivato presso la nostra redazione ha subito colpito il titolo: Nuvole di carta. È molto gradevole, prima di ascoltare, leggere le parole descrittive dell’autore e Felice Clemente è stato molto esaustivo in questo. Fin dalle prime note infatti risalta appieno il gusto e la ricerca per l’improvvisazione…anche il concetto di melodia “tematica” si trasforma in un tutt’uno con la stessa improvvisazione, quasi a darne lo stesso peso, la stessa importanza. Niente di strano data la cifra stilistica di Clemente, tale da potersi permettere questi “giochi”. L’ensemble lo supporta molto bene e tutti hanno spazio, nessuno escluso. Il Cd apre bene con “The courage to try” una bella composizione di Clemente che qui da ottima prova di sé anche come compositore. Molto interessante il brano “The young prince and princess” tratto dalla Sheherazade di Rimsky-Korsakov, una rivisitazione divenuta quasi uno standard in cui il contrabbasso di Giulio Corini lascia fluire le sue note in un’improvvisazione “solitaria” dagli echi lontani per poi sfociare in uno straordinario gioco di colori con il sax soprano di Clemente, dal tocco delicato e leggero, la ritmica di Massimo Manzi e il pianismo di Massimo Colombo che in questo brano si dedica nel dare un ottimo supporto al solista. Si… perché il bravo pianista non vi vede solo quando è attore protagonista ma anche quando fa da “gregario”. Un altro bel brano è “Bastian contrario”, ottimo il duetto/dialogo sax e contrabbasso. Un Cd sicuramente da acquistare e da ascoltare ad occhi chiusi…lasciatevi prendere per mano, vi accompagnerà in un viaggio tra le “Nuvole di carta”.
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THE JAZZ YEARBOOK 2011 – “NUVOLE DI CARTA” A CURA DI SERGIO SPADA
Felice Clemente Quartet – Nuvole di Carta – Crocevia di Suoni catalogo Cds005.
SCELTO DA THE YEARBOOK 2011 TRA LE MIGLIORI PRODUZIONI DELL’ANNO. Eleganti suoni per un quartetto caratterizzato da grande compattezza ed ottime qualità solistiche, segnatamente nel sassofono (tenore e soprano) di Felice Clemente e nel pianoforte di Massimo Colombo. Sono loro ad alternarsi nelle vesti di solisti, supportati dal basso di Giulio Corini e dalla batteria di Massimo Manzi, entrambi una assoluta garanzia. Molte composizioni di Clemente, due di Colombo, una di Corini ed una rilettura di Rimsky Korsakov (da Sheherazade) che esalta il soprano di Clemente. Molto bella la quiete del brano del titolo, con un piano molto ispirato. Lost In Blues pone in evidenza la maestria di Massimo Manzi. Nell’insieme i momenti corali sembrano più prevedibili, gli inserti solistici spesso risplendono di luce propria.
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JAZZCONVENTION.NET – INTERVISTA 25 LUGLIO 2011 – A CURA DI GUIDO MICHELONE
Jazz
Convention: Così, a bruciapelo puoi parlarci del tuo nuovo lavoro
discografico?
Felice Clemente: Nuvole di carta è il mio sentito omaggio a un giovane amico
che ci ha lasciato tre anni fa, un ragazzo di grande ricchezza d’animo, con
tanti progetti che avrebbe voluto realizzare. A lui e ai suoi sogni è dedicato
questo mio ultimo lavoro, il cui titolo – Nuvole di carta – allude proprio alla
fusione tra i sogni (le nuvole) e la loro realizzazione (la carta), come se, in
qualche modo, con le mie note io abbia voluto dar forma ai suoi desideri a
occhi aperti. Le nuvole assumono così la forma dei nostri sogni che, col
passare della vita e delle esperienze, mutano, delineando contorni sempre
diversi e più complessi, a volte anche più semplici, ma in continuo movimento.
Le sue nuvole purtroppo si sono fermate, cristallizzandosi in un eterno
presente, divenendo di carta. Ho lavorato molto sulle scelte timbriche e
ritmiche, sulla forma dei brani, cercando di destrutturare i temi in modo da
dare più spazio all’improvvisazione creativa dei musicisti, senza rinunciare
però a quell’elemento melodico che considero parte irrinunciabile della mia
cifra stilistica. L´intesa con Massimo Colombo, Giulio Corini, Massimo Manzi è
simbiotica e c´è un´assoluta empatia.
JC: Che influenze ha questo lavoro?
FC: Il jazz di Nuvole di Carta ha delle radici italiane in cui c’è una notevole attenzione per la componente improvvisativa insieme alle gestione delle dinamiche toccando tutti i registri, dal brano lento a quello più veloce, dai ritmi incalzanti alle sonorità più coinvolgenti ed europee dove melodie ed improvvisazioni stanno fianco a fianco complementandosi a vicenda. Ne è venuto fuori un’esperienza estetica sempre cangiante, in continua metamorfosi, ricca di continue sorprese anche per noi musicisti, che abbiamo cercato di lasciar cantare l’istinto, il cuore, le emozioni, tutto ciò che può dar forma e concretezza ai sogni. Nostri, di questo caro amico e, spero, di chiunque ci ascolterà.
JC: Mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica?
FC: Premesso che la mia famiglia è una famiglia di musicisti e amanti della musica. Il mio primo ricordo matura all’interno di essa sotto la guida di mio nonno materno clarinettista e direttore della banda musicale di un piccolo paese in provincia di Reggio Calabria. A Lui devo l’amore per la musica attraverso il clarinetto, strumento che suonava anche lui e che aveva trovato immediatamente la mia approvazione. Ricordo che mi aveva regalato il suo primo clarinetto all’età di sei anni. Un cimelio molto antico (pensa che aveva solo nove chiavi). Questo per me è stato uno dei ricordi più belli e che conservo gelosamente.
JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare un musicista jazz?
FC: Ci sono arrivato progressivamente, ma è cominciato molto presto. A 6 anni mi innamorai del clarinetto e a 9 cominciai a studiarlo in Conservatorio a Milano lavorando sul repertorio classico, ma intanto a 14 anni ascoltavo i dischi dei Weather Report e dei Yellowjackets che una persona mi aveva prestato, e più ascoltavo questo tipo di musica più sentivo la necessità di scoprire l’origine di quei suoni e di conoscere l’evoluzione di quella musica. Così sono tornato indietro e ho scoperto Charlie Parker, Sonny Rollins, John Coltrane, Miles Davis, Thelonius Monk ed altri…musicisti che poi sarebbero diventati miei idoli e a cui devo la mia scelta diventando così la mia ragione di vita. Un altro passaggio importante che ha determinato questa svolta, quella che mi porterà ad abbracciare completamente il jazz, arriva nel 2001 quando ho incontrato e conosciuto Sonny Rollins dopo un concerto a Reggio Emilia. Davanti a lui capì che il mio futuro sarebbe stato nel jazz tanto che dopo un anno e mezzo incisi il mio primo disco.
JC: Ha ancora un significato oggi la parola jazz?
FC: Direi proprio di sì. Jazz significa ancora improvvisazione, libertà, integrazione e condivisione.
JC: Ma cos’è per te il jazz?
FC: È modus vivendi. Racchiude in sé tutti gli aspetti della vita e delle persone e le risolve in un modo fondamentale attraverso l’energia e il mettersi in gioco continuamente. Questo è il jazz. L’istante. La consapevolezza che qualsiasi istante e qualsiasi interpretazione non sarà più ripetibile. Credo che il jazz sia capace di catalizzare l’attenzione di chiunque. Un po’ come una donna che non invecchia mai e riesce sempre a sedurti. Il jazz mi ha sedotto molti anni fa e tutto ciò si rigenera in continuazione.
JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla musica jazz?
FC: Nell’immaginario della gente comune il jazz è una musica di nicchia, complicata e solo per intenditori troppo difficile da capire. Tutto questo è sbagliato secondo il mio pensiero. Il jazz è tutt’altro ed è per tutti. In questi anni ho fatto del mio meglio per dimostrare che queste convinzioni sono errate. Tutto ciò l’ho potuto notare direttamente ai miei concerti e di altri professionisti, dove partecipavano persone che magari non avevano mai assistito ad un concerto jazz e ne uscivano esaltati e contenti di aver “capito” e colto l’emotività di questa grande musica.
JC: Quindi per il jazz si tratterebbe di “capire”, di “conoscere”?
FC: Una delle espressioni più comuni che ho sentito è: ma il jazz non è così difficile come immaginavo o come mi avevano detto! Tutto sta nel viverlo direttamente senza filtri. Penso che il jazz sia un esempio di come bisognerebbe condurre i rapporti interpersonali per diventare davvero un cittadino globale nel senso più positivo e moderno. Chi suona e ama il jazz è più predisposto a condividere esperienze diverse, è disposto ad integrare davvero culture differenti, ascoltare e comprendere ciò che non conosce e farlo proprio, mettersi in gioco sempre senza la convinzione di essere già arrivati, dove l’obiettivo comune diventa necessario; è una musica che ti pone di fronte a delle scelte, alle cose e alle persone in modo umile e ben disposto rispettando e ascoltando ciò che l’altro ha da dirti senza voler prevaricare sulle idee degli altri. Ogni esecuzione diventa unica e irripetibile, quindi metti a nudo tutto te stesso evidenziando anche gli angoli più reconditi della tua anima. Se la società prendesse più spunto e favorisse maggior diffusione e conoscenza della cultura e filosofia della musica jazz credo e penso di non sbagliarmi tutto andrebbe meglio. Il jazz è vita!
JC: Come pensi che si evolverà il jazz del presente e il jazz del futuro?
FC: Io credo molto nella strada indicata da Wayne Shorter, ovvero dove composizione, arrangiamento e improvvisazione coesistono e diventano un tutt’uno senza dividere e separare i piani esplorando fra gli stili, poiché molto si è già detto e fatto.
JC: Tra i molti dischi che hai fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionato?
FC: Sono molto affezionato a tutti gli otto dischi fatti, come se fossero dei figli e ognuno di essi ha segnato un momento importante della mia carriera e della mia vita. Ovviamente il primo mi ha fatto conoscere al pubblico e quindi c’è un particolare affetto, ma l’ultimo mi rappresenta ovviamente di più, in quanto attuale. Ogni disco ha aggiunto qualcosa alla mia vita e sono molto curioso di sapere cosa la vita e la musica mi suggerirà per il futuro delineando sempre più il mio cammino e il mio viaggio.
JC: Quali sono stati i tuoi maestri nel sax, nella musica, nella cultura, nella vita?
FC: Sicuramente in primis mio nonno Rocco, colui che oltre ad avviarmi alla musica ed essere un esempio di integrità, coerenza, determinazione e onestà. Continuava a ripetermi che la musica è sempre un punto di partenza. Una frase che quando iniziai a suonare non capivo fino in fondo, ma col passare del tempo è diventata il mio motto di vita. Poi certamente i miei maestri di musica, ovvero Luciano Tessari, clarinettista e insegnate del Conservatorio di Milano che mi ha dato delle solide basi, la convinzione e i mezzi tecnici per raggiungere i miei sogni e Tino Tracanna con i quale ho studiato jazz e sassofono. Tino è uno dei miei riferimenti sia come sassofonista sia come compositore per la sua sensibilità musicale e umana. Amo la sua capacità di trasmettere entusiasmo, scavando dentro di sé per migliorarsi.
JC: E quindi cosa proponi?
FC: Cerco di dare voce alle mie emozioni e ai miei stati d’animo attraverso la melodia. Amo la ricerca della melodia e della bellezza formale, rielaborata con soluzioni stilistiche e compositive curate ma senza compromessi. È importante per me, come compositore, proporre soluzioni non scontate e in continua evoluzione ma il punto fermo è che siano godibili e piacevoli sia dal punto di vista dell’interprete che da quello dell’ascoltatore.
JC: In
questo senso musicalmente a chi ti ispiri?
FC: Certamente a Wayne Shorter, Thelonious Monk, Miles
Davis, Duke Ellington, Ravel, Debussy, Mozart, Sonny Rollins, Stravinskij, Joe
Henderson, Joe Lovano, Branford Marsalis e Rimsky Korsakov.
JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?
FC: Quello che ancora deve arrivare!!! ogni volta che suono e condivido con gli altri diventa un momento bello ed emozionante.
JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?
FC: La scelta dei musicisti è sempre avvenuta per affinità musicale e personale, sensibilità e creatività e la voglia di migliorarsi di continuo con grande umiltà e onestà intellettuale. Amo collaborare coi musicisti con cui ho fatto un percorso insieme e con i quali ho condiviso progetti, sogni e ambizioni come con Massimo Colombo, Massimo Manzi, Giulio Corini e Javier Pérez Forte. Questi artisti sono incredibili, riescono sempre a stupirmi per il talento, la spiccata sensibilità e la rara generosità, una qualità, quest’ultima, indispensabile per riuscire a rimettersi sempre in gioco, a non adagiarsi mai sui risultati raggiunti. Ogni volta che suoniamo in studio e dal vivo non c’è mai routine, succedono sempre cose incredibili, sorprendenti. Tra noi lo scambio di idee, suggestioni ed emozioni è continuo e sempre fertile. E ciò è dovuto, oltre che alle loro indiscutibili qualità musicali, a un legame di amicizia che dura ormai da anni.
JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?
FC: Oltre a promuovere i due ultimi progetti pubblicati, ovvero, Doppia Traccia e Nuvole di Carta a settembre registrerò un nuovo disco in duo col chitarrista argentino Javier Pèrez Forte e che verrà sempre pubblicato da Crocevia di Suoni Records nel 2012; un progetto nato come naturale continuazione di quello iniziato e pubblicato nel 2007 Escaleras che ha ottenuto un ottimo riscontro di pubblico e critica.
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THE JAZZ YEARBOOK 2011 – PIER LUIGI ZANZI
Doppia Traccia (Crocevia di Suoni Records) CDS003.
SCELTO DA THE YEARBOOK 2011 TRA LE MIGLIORI PRODUZIONI DELL’ANNO. molto particolare e caratterizzato, questo, in cui Massimo Colombo, al pianoforte, suona una prima parte del cd con Felice Clemente al sax soprano ed una seconda in solitudine. Le due anime del progetto sono piuttosto diverse; nella parte in solitaria vengono affrontati quasi in forma di studi e/o variazioni elementi e generi musicali specifici, passando davvero per molte cose differenti (blues, jazz, classica di varia estrazione, omaggi anche espliciti tra cui uno molto riuscito alla Penguin Cafè Orchestra), mentre in duo le composizioni hanno una matrice ancor più colta e si fanno più intime, talvolta appena involute ma anche capaci di aperture melodiche riuscite ed efficaci. Un limite è forse proprio nel fatto che si fatica ad integrare un ascolto che si destinerebbe più volentieri a due cd differenti.
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ALIAS N.30 DEL IL MANIFESTO DEL 30/07/2011 A CURA DI GUIDO FESTINESE
FELICE CLEMENTE QUARTET – NUVOLE DI CARTA (Crocevia di Suoni Records). Il formidabile pianoforte di Massimo Colombo è sponda ideale per il fraseggio del sassofonista Felice Clemente: una sintonia affinata concerto dopo concerto, prova dopo prova, e fino alla «rischiosa» e recente incisione in duo. Qui invece il duo può appoggiarsi, come su una rete sicura, sul basso di Giulio Corini, e sulla batteria tutta colori e timbri di Massimo Manzi. Il tutto, tratteggiato in nove brani (uno tratto da Rimsky-Korsakov), è una dedica a un amico scomparso, quasi un ripercorrerne frasi, espressioni, frammenti di vita: e qui gioca sicuro il piglio narrativo del sax di Clemente, un musicista che ogni volta che imbocca l’ancia sa raccontare una storia, e lo fa con saggia eloquenza, mai sopra le righe.
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JAZZCONVENTION.NET – RECENSIONE DEL 1/08/11 – A CURA DI VINCENZO ALONZO
Felice Clemente Quartet – Nuvole di carta – Scritto da Vincenzo Alonzo. Crocevia di suoni records – CDS005 – 2011. Felice Clemente e il suo quartetto hanno impiegato tutta la loro esperienza, energia e capacità incidendo la musica di questo recente Nuvole di carta, un’opera di elevatissimo spessore musicale e di profondo coinvolgimento personale da parte dei musicisti, che emerge già dopo solo pochi ascolti. Impossibile rimanere indifferenti di fronte a tale perizia tecnica e sapienza esecutiva. Le composizioni sono tutte a firma del leader, eccetto due brani (Aneddoti e Bastian contrario) scritti dal pianista Colombo, e la ripresa della celebre The young prince and princess – Theme from Shéhérazade (di Rimsky-Korsakov). Clemente si mostra guida sicura e mai troppo invadente nei confronti dell’alchimia collettiva, che è il vero punto di forza del progetto: trattasi di interplay basato su frequenti motivi comuni, anche all’unisono tra i vari strumenti, che conferiscono compattezza alle composizioni, alternati a scambi armonici e di ritmiche dai quali si deduce un affiatamento frutto di lunghe frequentazioni. Ciò emerge in particolar modo tra il leader e Colombo, pianista invero vulcanico e raffinatissimo, molto più che una spalla per Clemente, ne incarna la controparte armonica, orchestrale, fornendo supporti ritmici solidi e però sempre mutevoli, studiatissimi passaggi che si alternano a ispirati momenti di guizzo improvvisativo. Una sensibilità moderna, memore della tradizione degli anni ’60 (il riferimento è quello ovvio a Coltrane), obliqua ma nitida è la cifra che accomuna i due strumentisti, al punto che sembra di ascoltare un duo all’interno del gruppo stesso, in un affascinante e ipnotico gioco di scatole cinesi. Il contrabbassista Corini offre una prestazione notevole anche in virtù della composizione a sua firma, la magnifica e sghemba Lost in blues; Manzi, dal canto suo, non tradisce le aspettative di batterista tra i migliori in Italia, fornendo un drumming franto e discreto, necessario a sostenere le architetture ideate da Clemente, in bilico tra sensibilità nera e cuore europeo, doti che lo avvicinano forse, se si vuole trovare un modello, a Joe Lovano. Ad alzare il livello del disco è il sapiente lavoro di regia che si coglie nelle scelta dei brani da includere e della loro disposizione; ogni brano è realmente diverso dall’altro per sonorità, ritmica o semplicemente per l’intenzione comunicativa che ne è alla base, ciò conferendo quell’ampiezza di respiro necessaria al raggiungimento degli obiettivi che si pone un’opera così ambiziosa. Musica per soddisfare i palati più fini, dunque, che non mancherà di riservare sorprese anche alle orecchie più smaliziate.
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JAZZIT MAGAZINE LUGLIO/AGOSTO 2011- A CURA DI EUGENIO MIRTI
FELICE CLEMENTE QUARTET – NUVOLE DI CARTA – CROCEVIA DI SUONI RECORDS CDS005. “Nuvole di Carta” è un album concettuale dedicato alla memoria di Michele, giovane amico del sassofonista oramai scomparso. Il titolo fa riferimento ai sogni, simbolizzati dalle nuvole: se questi non si avverano si cristallizzano in un eterno presente, divenendo di carta. La musica è costruita con un buon bilanciamento tra melodie e parti improvvisate, mentre l’aspetto ritmico è esaltato dal continuo impulso della sezione, come si ascolta in To MJB (un brioso e allegro 12/8) e in The Courage to Try (un balzellante 7/4 con armonie aperte e riff all’unisono). Stilisticamente i brani provengono da tradizioni differenti (swing, funk, ballad; si aggiunge la rilettura di Rimskij Korsakov: The Young Prince and Princess da Shéhérazade) e il trait d’union è la profondità melodica che il quartetto riesce a esprimere, come nel tema di Nuvole di Carta, negli sviluppi di Aneddoti e nell’andamento quasi be bop di Lost in Blues. (EM). Disco consigliato da JAZZIT magazine.
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MUSICA JAZZ MAGAZINE DI AGOSTO 2011 – A CURA DI ANGELO LEONARDI
FELICE CLEMENTE QUARTET – NUVOLE DI CARTA – CROCEVIA DI SUONI RECORDS CDS005. Il sassofonista milanese presenta un lavoro particolarmente riuscito, dove i caratteri distintivi del suo stile – propensione per melodie cantabili e chiarezza espressiva – si legano a ricercate soluzioni metriche e ritmiche. I partner condividono una lunga frequentazione e l’intesa è profonda. Il disco nasce come dedica a un giovane amico scomparso e le trame musicali sembrano volerne rappresentare la ricchezza e varietà esistenziale. C’è qualche momento introspettivo, ma non malinconia, e le composizioni si caratterizzano per gli sviluppi fantasiosi, con momenti ricchi di tensione e assoli ispirati e funzionali alla logica complessiva. È un modern mainstream profondamente assimilato e rielaborato a partire dai suoi valori fondanti, e la sintesi è fresca e incisiva. Clemente usa spesso il soprano, dal sound caldo e intenso, e i partner contribuiscono in modo decisivo: Colombo è un pianista elegante nel tocco e armonicamente raffinato, Corini è un bassista di ampio respiro, mentre le frammentazioni ritmiche di Manzi creano palpabile tensione. A cura di Angelo Leonardi.
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NOTE SOSPESE – RICCARDO STORTI (AGOSTO 2011)
È sempre un estremo piacere avere la fortuna di accedere – di tanto in tanto – nel giardino sonoro del pianista jazz Massimo Colombo. In questa sua recente Doppia traccia (Crocevia di Suoni Records, 2010), Colombo si avvale della compagnia di Felice Clemente al sassofono soprano . Il duo firma per intero il CD, benché il fiatista compaia per 4/5 delle composizioni presentate. Le “due tracce” a cui si fa riferimento, riguardano due mondi musicali, apparentemente lontani tra loro: il jazz e la musica classica. Come lo stesso Colombo mette in evidenza nelle note di copertina, il milieu proposto contiene brani jazz per pianisti classici curiosi oppure pezzi dalla severità classica da alleggerire con una buona dose di swing. Dipende quale punto d’ascolto si decida di selezionare. In realtà, Colombo mi suggerisce ad un approccio molto più libero, ma non per questo “incosciente”. Mi spiego meglio: partiamo subito dai 9 Notturni che subito si diffondono dalle casse del nostro stereo, appena inseriamo il CD nel lettore. Colombo ci avverte che la fonte di ispirazione è Chopin. Ma – per favore – non vestiamo i panni pedanti del filologo per forza; semmai fiutiamo il mood che tra gli arpeggi del pianoforte e le sinuosità sensuali del sax si dipana nota dopo nota. E ci accorgiamo, quasi per magia, che questo apocrifo Chopin punta a Bill Evans, sembrando un impressionista offshore oltre Debussy. Però, sotto sotto, da appassionato del prog italiano anni Settanta, percepisco le tenui atmosfere di un altro duo, quello di Franco D’Andrea e Claudio Fasoli nei Perigeo. In Duo fantasia è, invece, interessante notare come i vari assi portanti si intersichino in un quadro di notevole complessità. Il tempo è jazz (si parte con un contagioso 5/4) così come gli spread improvvisativi del sax, ma la tenuta orchestrale del pianoforte non si schioda dalla solida architrave contrappuntistica, quella che garantisce una meccanicità per nulla fredda, semmai naturalmente rigorosa con balzi extratonali dalle simpatie novecentesche. L’insaziabile tono e La linea di spago tentano quasi un recuoero della forma sonata in ambito jazz: esposizione, sviluppo e ripresa ma attraverso il quid di un’estemporaneità calcolata. Lo scambio di frasi tra i due attori, rasenta una sorta di concertismo da toccata, al di fuori del tempo e del genere. Se in L’insaziabile tono risulta più evidente il gioco della libera dissonanza, in La linea di spago prevale la ricerca di una probabile melodia composto, scomposta e ricomposta secondo un continuo scavalcamento di frontiere musicali. Per il piano solo, Colombo si ritaglia un mazzo di deliziose miniature dal titolo evocativo, Immagini. Velocissimi ritratti di sensazioni che spaziano dal blues (Microbico blues, Sardonico, Quante quinte) alla musica popolare (il Sud America carioca di Brasiliando, gli iberismi di Madrid, un Ex etnico che sa tanto di bartokiano microcosmo magiaro) attraverso ipotetici omaggi (Il sorriso di Ada dalla seducente trama contrappuntistica; Pat and Lyle riferita a Metheny e Mays, To McCoy, il barocco da colonna sonora minimalista di Corale pop), quadretti con soggetto (Il gatto nel piano, La fuga del pinguino assai brubeckiana, la quasi romantica Il destino dell’oca) e varietà temporali (Semplice tre, le scale veloci di Spedito e condito).
© Riccardo Storti
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JAZZ JOURNAL MAGAZINE (UK) – SEPTEMBER 2011 – CLIVE COOPER
Felice Clemente Quartet “Nuvole di Carta”. CROCEVIA DI SUONI RECORDS CDS005. Felice Clemente (ss, ts); Massimo Colombo (p); Giulio Corini (b); Massimo Manzi (d); Italy, 2011. The continuing development of world-class European players is evinced by this fine release from Italian saxophonist Felice Clemente, his eighth as leader. Born in 1974 and a graduate of the Conservatorio G.Verdi in Milan, Clemente attended a masterclass by Dave Liebman in 2002, and the inspiration of Liebman is perhaps evident in the predominance of the soprano here, although Clemente draws a softer, more clarinet-styled tone from the instrument, some way from Liebman’s often raw intensity and closer to Wayne Shorter or Branford Marsalis. Clemente’s compositions are strongly structured and varied, the opening The Courage To Try, for example, blending a memorable Latin theme with wide ranging harmony and a final modal vamp that draws a compelling polytonal coda statement from Clemente. Stylistic variety comes from the jazzing of Rimsky-Korsakov’s Sheherazade and the Bird to Ornette to New Orleans colours of Lost in Blues. Clemente’s quartet has already played several major European venues and on this evidence deserves far wider exposure.
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DOWNBEAT MAGAZINE (USA) – NOVEMBER 2011 – CHRIS ROBINSON
Felice Clemente Quartet “Nuvole di Carta”. CROCEVIA DI SUONI RECORDS CDS005
★★★★
Italian saxophonist Felice Clemente’s Nuvole di Carta is a hip and fresh take on contemporary post-bop playing. His eighth recording under his name—featuring pianist Massimo Colombo, bassist Giulio Corini and drummer Massimo Manzi accomplishes that difficult feat of presenting complex music in a way that sounds natural and easy. The first two cuts, “The Courage To Try” and “Paradossi,” navigate irregular meters effortlessly. To complicate matters further, Manzi is an expert at disguising meter, putting fills and kicks where one might not expect them. In this way he recalls Paul Motian’s work with Bill Evans, in that Manzi does not always give the listener something tangible to grasp onto; it’s a bit like being taken into deep waters. Clemente, who has garnered much critical acclaim in Europe, plays soprano on five cuts and tenor on four. His soprano tone is mellow, relaxed and a bit dry, especially on “Paradossi,” on which he incorporates fluttertonguing into the melody. Evoking John Coltrane, Clemente meditates with his soprano playing over the roiling and tumbling rhythm section on Nikolai Rimsky-Korsakov’s “The Young Prince And Princess.” On the title track, a slow waltz, his tenor is warm and inviting as he churns out highly nuanced and melodic lines. The album closes with Colombo’s “Bastian Contrario,” a duet between Corini and Clemente on tenor. Clemente goes from floating over Corini’s walking lines to dancing in and out of the bassist’s broken and staccato figures. Nuvole di Carta is an excellent record that demonstrates that Clemente and his peers deserve wider recognition in the United States.
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CADENCE MAGAZINE/USA- OCT – NOV – DEC 2011 – PHILLIP MCNALLY
FELICE CLEMENTE QUARTET – “NUVOLE DI CARTA” – Crocevia di Suoni Records.
Saxophonist Felice Clemente leads a strong Bebop 4tet throught a set of all originals with one tune based on a melody from Rimsky-Korsakov. Clemente is not a player with the bite and energy of Rollins, but with the more cerebral edge of Wayne Shorter. Like Shorter, he sounds as natural on soprano as on his tenor work which tends toward the higher range of that instrument. The trio behind him swings easily, and gives him lots of room to explore. The are times, as on the duo with bassist Corini, when Clemente shows a bit more fire, and reminds me some of Joe Henderson. All in all, a solid straight ahead date, accomplished and swinging. And as with all three of these, the melodic invention is the music’s real delight.