DIEGO D’ANGELO – JAZZ CONVENTION YEAR 2006
Felice Clemente Quartet – Perfect World – Picanto Records – 2006
Felice Clemente: sax soprano e tenore
Danny Grissett: piano
Valerio Della Fonte: contrabbasso
Gregory Hutchinson: batteria
È compatto, l’ultimo disco sfornato dal sassofonista Felice Clemente. Sembra prendere per mano l’ascoltatore e portarlo attraverso un viaggio di sessanta minuti e nove brani, tutti legati tra loro con quel formidabile collante che è l’amore del quartetto per la musica. E’ “African sea”, autografata Clemente, ad aprire le danze: un brano spumeggiante, fresco, dove i toni caldi del sassofono soprano si incontrano con la limpidezza del piano di Danny Grissett e sembrano portare l’ascoltatore in mezzo ad un ballo, dove rimanere impassibili non è dato. A contrastare con questa canzone è “My secret desire”, sempre uscita dalla penna di Felice, una delicata ballad in cui il pianismo melodico ma vivace di Grissett ha modo di uscire al meglio, con un assolo intenso e emozionante.
Non ci si può non innamorare del tema di “deep night”, che volteggia, tracciato dal sax, sopra il basso a quartoni di Della Fonte, compagno ormai da anni delle scorribande musicali di Felice: i due hanno un’intesa perfetta, punteggiata dalla batteria di Hutchinson, mai invadente e pronta a sottolineare i giunti accenti e le giuste cadenze. La sezione ritmica di Hutchinson e Della Fonte emerge nella sua pienezza in “Di per se”, scritta proprio da della fonte”, dove i due dialogano con maestria sostenendo il tema cantato dal sassofono tenore. Ed ecco che si arriva, continuando a viaggiare con questo disco – sempre che nel frattempo non si sia deciso di tornare indietro a riascoltare qualcosa – ad uno dei momenti più alti del cd: il brano “Inner Strength”, sempre uscito dalla penna di Felice, che con una ritmica sempre caldissima si apre su un riff di piano che sembra omaggiare il Chick Corea di “Past, Present e Future”, sostenuto da precisi incastri ritmici sul rullante di Hutchinson. È poi la volta di strizzare un occhio al blues, con “Derriteme Chica”, di Tino Tracanna, il cui discorso musicale è trascinato e trascinante, grazie agli swing del contrabbasso e del raid. Finalmente si arriva nel mondo perfetto, dopo questo lungo viaggio di suoni intrapreso all’inizio del disco. È una ballad estremamente sofisticata e con un tema tanto orecchiabile quanto intenso, che è il coronamento più adatto per questo bellissimo disco. Dopo aver visto per qualche minuto il mondo perfetto, però, si torna a casa: ed ecco che a conclusione dell’album Felice regala una magistrale rilettura di “Oblivion”, quasi interamente sostenuta senza percussioni tranne che per qualche ingresso sparuto di Hutchinson verso la metà, che abbandona le bacchette per colpire le pelli della sua batteria direttamente coi palmi delle mani. Il risultato è un ostruggente, intenso, degnissimo omaggio ad Astor Piazzolla, che fa così concludere il viaggio dell’ascoltatore in Sud America, in compagnia delle reminiscenze del disco appena tolto dallo stereo.”
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IL VENERDÌ DI REPUBBLICA DEL 14/04/2006 DI ENZO SICILIANO
“Clemente, il sax Made in Italy.Felice Clemente Quartet “”Perfect World””.Mi sentirei di dare la palma dei giovani sassofonisti italiani a Clemente, per estro, improvvisazione dalle tinte sensuali, gusto, cultura.In quartetto con Danny Grissett al piano, Valerio Della Fonte al basso, Greg Hutchinson alla batteria, Clemente è un ottimo esempio di modernità inventiva.Delle sue composizioni, in questo album Picanto, vanno ascoltate in modo particolare Deep Night e Inner Strenght.”
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ROBERTO CASALINI – CORRIERE DELLA SERA “IO DONNA” – 29/04/2006
L’avvolgente sax di Felice Clemente merita la menzione d’onore per Perfect World (Picanto), realizzato in quartetto. Cantabile, disteso, assai raffinato nel fraseggio, Clemente offre cinque brani suoi e una splendida reinvenzione di Oblivion di Astor Piazzolla. Ottimo il dialogo con i partner.
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JAZZIT MAGAZINE – MAGGIO/GIUGNO 2006 – FRANCESCO UGHI
“Perfect World” è il terzo lavoro da solista del sassofonista Felice Clemente, milanese, classe 1974. Per il suo esordio con la Picanto Records il musicista ha voluto accanto a sé l’amico Valerio Della Fonte e due colleghi statunitensi, il pianista Danny Grissett, membro del quintetto di Nicholas Payton, e il batterista Gregory Hutchinson, già nel quintetto di Roy Hargrove. Il quartetto suona compatto, Clemente e Della Fonte sono molto affiatati. Clemente ottiene i risultati migliori quando si misura con le ballad, ed è al tenore che sembra dare il suo meglio. A dimostrazione di ciò si ascoltino My Secret Desire (anche qui un ottimo solo di Grissett) e Oblivion, la cover di Piazzolla che chiude il lavoro.”
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MUSICA JAZZ LUGLIO 2006 – LEONARDI
“Già emerse in “Way out sud” e “Inside Me”, le doti del sassofonista milanese trovano ora il contesto ideale per evidenziarsi in ambito nazionale. A capo di un incisivo quartetto che comprende il bassista del suo primo disco, il pianista di Tom Harrell e il batterista di Joshua Redman e Roy Hargrove, Clemente mostra maturità d’interprete con assoli ispirati, costruiti con eleganza e attenzione ai dettagli.
La principale fonte di ispirazione al tenore resta Rollins, e il quadro estetico di riferimento un neobop saldamente ancorato alla tradizione.
Il piacere dell’ascolto nasce dalla bella tensione collettiva e dalla freschezza con cui Clemente e i suoi ne riaffermano i valori fondanti.”
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SUONO – RECENSITO SU SUONO N° 396 DEL 9-2006 DA SERGIO SPADA
“Forte di uno stile molto personale, di una notevole capacità compositiva, e non ultimo della partecipazione al suo progetto di musicisti di caratura internazionale, il sassofonista milanese Felice Clemente fornisce una ottima prova in questo Perfect World inciso per l’etichetta Picanto. Impegnato al sax tenore in interpretazioni molto energiche, ma anche in ballate dal sapore romantico, Clemente si presenta efficacemente anche al soprano, suonando con intensità composizioni come Deep Night (una delle migliori del lavoro) e facendola seguire da una corposa interpretazione al tenore di un brano del bassista Valerio Della Fonte (Di Per Sé) nel quale tutto il quartetto mostra coesione e buon interplay. Sale qui alla ribalta uno dei due illustri ospiti statunitensi, il pianista Danny Grissett, già componente della formazione di Nicolas Payton (ottimo il suo assolo), mentre a completare l’organico c’è il noto Gregory Hutchinson, batterista del gruppo di Roy Hargrove. È indubbio che la presenza di questi musicisti dia una sostanza ritmica di livello notevole al disco, grazie anche alla capacità del bassista Valerio Della Fonte di stare sul loro piano e di esprimersi molto bene anche in solo. Da parte sua, Felice Clemente inserisce i suoi interventi negli spazi giusti, senza strafare e dialogando apertamente con gli altri strumenti, nell’alternanza di ritmi sostenuti e di ballate che caratterizzano questo Perfect World facendone un lavoro fresco ed abbastanza originale. Da notare anche una bella composizione di Tino Tracanna (Derriteme Chica) e la finale Oblivion di Astor Piazzola con uno splendido duetto piano-sax tenore.”
MESCALINA ON-LINE MUSICA DI SIMONE BROGLIA
“Perfect world” è il terzo disco per il sassofonista Felice Clemente, uscito dopo gli apprezzati “ Way out sud” del 2003 e “Inside me” del 2004.Dopo aver fatto esperienze in quintetto e sestetto, in questo album vi è un ritorno alla forma classica del quartetto, composto dal pianista americano Danny Grisset (membro stabile del quartetto di Tom Harrel), dal batterista newyorkese Gregory Hutchinson (già collaboratore di Joshua Redman, Diane Reeves e Dee Dee Bridgwater) e dal contrabbassista italiano Valerio della Fonte che aveva già accompagnato Clemente nelle precedenti esperienze discografiche.“Felice è uno splendido musicista e un ottimo compositore. Egli è sensibile e suona con grande feeling. Mi piace ascoltare la sua musica!”, questo è ciò che dice Tom Harrel del giovane sassofonista diplomatosi al conservatorio di Milano. Veniamo ora al disco cercando per quanto possibile di farne sentire la vibrazione e lo swing che porta con sé. Innanzitutto i colori caldi della copertina ben testimoniano la pasta del suono del sassofono di Clemente che percorre tragitti verticali veloci come in “Di per se” (brano scritto per il disco da V. Della Fonte), mantenendo grande corposità. Ecco emergere uno dei pregi del disco, della tecnica e feeling di Clemente: il fatto che riesca a spaziare parecchio nell’approccio allo strumento. Clemente è anche didatta di sassofono e clarinetto presso varie scuole ed in questo credo giochi a suo favore, ma il passo in più c’è nel feeling che sprigiona tanto quando fa correre le dita lungo i tasti tanto quando, con tratti legati all’approccio di Coltrane, esplora sonoramente gli spazi e la risonanza tonda della vibrazione, oppure quando insiste sulle stesso fraseggio per tutta una chiusura.Coltrane, oltre ad essere stato forse il più grande sassofonista mai esistito, è certamente uno dei casi in cui si può vedere meglio l’espressione nel jazz del fenomeno dell’interplay: l’interazione fra i musicisti che occupano il palco, sia nell’improvvisazione che nel cambio delle dinamiche. “Perfect world” si fonda su questo carattere che nel jazz è stato fondamentale per molto tempo, forse un po’ soffocato negli ultimi tempi dai pianisti di formazione classica. Clemente gioca per tutto il disco ad intrecciare trame con gli altri strumenti. Si può vedere in “Di per sé” l’ottimo assolo del pianista Danny Grisset oppure il lavorio continuo sui piatti di Gregory Hutchinson nell’affascinante e romantica ballata che dà il titolo al disco. “Perfect world” è un bel disco scritto da un ottimo strumentista (Clemente spazia senza difficoltà fra il soprano ed il tenore) e suonato da ottimi musicisti.